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UN ANNO fa, giorno più giorno meno, lo speaker della pista di Adelboden si inchinò in pratica al cospetto ...

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Nessuno pareva in grado di fermarlo e, dal microfono, uscì quel nick di «Maestro» che è, poi, rimasto a indicare il Nostro. Peccato che nel prosieguo della stagione il livignasco non abbia saputo proseguire sulla strada dei primi mesi. Peccato soprattutto perché a febbraio ci sono state le Olimpiadi di Torino, occasione in cui la sua gara non è durata nemmeno trenta secondi: sedere per terra a causa di una scivolata che decine di moviole non sono riuscite a spiegare, addio sogni e sorriso amaro per migliaia di appassionati. Ne è seguita un'estate trascorsa a inseguire il sogno della polivalenza, con la speranza di gettare le basi per poter lottare nel prossimo futuro per la conquista della coppa assoluta. Siccome, però, a 30 anni non è facile improvvisarsi Superman, le ginocchia di Rocca hanno cominciato a lamentarsi e i risultati non sono arrivati nella misura in cui si sperava: «Mi sono fatto male durante la trasferta in nord-America e a un certo punto ho preferito dedicarmi solo allo slalom. In stagione ci sono i Mondiali (ad Aare, in Svezia, ndr) e intendo fare bella figura. Fermo restando che alla mia salute ci tengo». Ovviamente. Quindi addio per il momento a libere e superG, spazio ai pali stretti e a qualche gigante per non perdere il feeling giusto. Oggi ad Adelboden, dopo un periodo di riposo attivo fatto di tanta piscina e un po' di neve, Giorgio Rocca ci riprova: «Voglio tornare a vincere perché proprio qui ad Adelboden, grazie allo speaker della gara, è nato il soprannome che più mi piace, quello di Maestro. Blardone è stato bravissimo e domani (oggi, ndr) voglio fare altrettanto. Fisicamente mi sento a posto, il ginocchio non è ancora al 100% ma sto decisamente meglio rispetto a due settimane fa. Soprattutto, ho una gran voglia di gareggiare e di vincere su una pista che ho sempre gradito molto. L'unico problema, con tutto questo caldo, è la tenuta del fondo. Oggi (ieri, ndr), nella prima manche di gigante, i primi a partire sono stati parecchio avvantaggiati». Non resta che attendere, augurandosi che il Nostro torni a esibire quella sciata potente e precisa che aveva fatto gridare al miracolo la stagione passata. Servirà anche un po' di fortuna, ma a questo punto della stagione servono certezze: un podio potrebbe anche bastare per tornare a sentirsi vivi, in attesa di affinare la condizione e di sparare poi tutte le cartucce migliori in Svezia. Quando il ginocchio l'avrà smessa davvero di dolere e il Maestro potrà dare tutto il meglio di sé: in slalom gigante e probabilmente anche in combinata. Dom. Lat.

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