Due confortanti secondi posti con Blardone ad Adelboden e la Gius a Kranjska Gora
I due italiani preceduti rispettivamente da Raich e dalla Hosp
L'Italia dello sci alpino ieri è tornata a sorridere come ai bei tempi. Ha cominciato Nicole Gius, battuta solo dall'austriaca Nicole Hosp nel gigante di Kranjska Gora: ha proseguito Max Blardone, inchinatosi a Benny Raich sulla magica pista svizzera di Adelboden. Due storie diverse, due belle storie tinte d'azzurro. Per la Gius, 26enne folletto di 159 cm per 55 kg di peso in realtà più slalomista che gigantista, si tratta del miglior risultato in carriera, mentre Blardone proprio ad Adelboden aveva già vinto due anni fa. Per la Gius si è trattato della classica giornata perfetta. Partita con il pettorale 23, l'altoatesina di Prato allo Stelvio si è portata in quinta posizione: dietro di lei c'era subito Manuela Moelgg e poi, più indietro, Denise Karbon, Karen Putzer e la giovane Hilary Longhini. Quest'ultima è stata discreta e ha, poi, chiuso in 23esima posizione: Karbon e Putzer sono state invece tradite dal tracciato e sono cadute nel corso della seconda manche al cui termine la Moelgg ha chiuso in decima posizione. Perfetta è stata invece Nicole Gius, con una sciata regolare e la giusta prudenza nelle curve più pericolose. Si è portata in testa e ci è rimasta sino all'arrivo della Hosp: «Per me è un giorno fantastico - ha poi dichiarato l'azzurra -. La prima ad essere sorpresa sono proprio io: finalmente sono riuscita a fare in gara quello che ogni giorno mi riesce in allenamento». L'altoatesina si era già comportata benissimo nello slalom di Zagabria di pochi giorni fa, quando solo un errore nella seconda manche le aveva impedito di ottenere un risultato di prestigio: «Del resto - spiega l'atleta azzurra che gareggia per i colori dell'Esercito - io sono nata proprio come slalomista. In questi anni, dopo un avvio promettente, ho avuto un calo: sono rimasta serena e ho continuato a lavorare. La verità è che sciare mi diverte sempre tantissimo». Oggi, sulla stessa pista, si gareggia in slalom speciale: attesa a una buona prova anche Chiara Costazza. La Gius stava ancora festeggiando che qualche centinaio di chilometri più a ovest, ad Adelboden, Max Blardone saliva sul secondo gradino del podio: «Nella seconda manche ho rischiato parecchio - ammette il piemontese a fine gara, dopo che già nella prima prova era stato battuto solo dal campione olimpico e detentore della coppa -, perché nella prima parte avevo sciato male. Ho sentito chiarissimo lo speaker dire "ohi ohi Blardone" e ho capito che ero indietro. Allora ci ho dato dentro rischiando, ma è andata bene. Contro il Raich di oggi (ieri, n.d.r.), però, non c'era niente da fare: andava come un treno". Quello di ieri è stato (illogicamente) l'ultimo gigante di Coppa del Mondo prima dei Mondiali di Aare. Una pausa lunghissima di 36 giorni. «Di certo non andrò a Wengen il prossimo fine settimana - dice ancora Blardone, già vincitore a Beaver Creek e più che mai in corsa per la coppa di specialità -. Disputerò invece il superG di Kitzbuel. Poi ci saranno gare di Coppa Europa per mantenere la confidenza con le competizioni. Per il resto punto ad allenarmi bene, come è successo nei giorni scorsi nella mia Domobianca dove è venuta tutta la squadra e dove abbiamo fatto un lavoro eccellente i cui frutti si sono visti». Oltre al secondo posto di Blardone, l'Italia festeggia anche il sesto di un redivivo Manfred Moelgg, l'ottavo di Davide Simoncelli e il 14° di Alberto Schieppati. Peccato che a questo punti i gigantisti vengano messi in naftalina da parte di una Federazione Internazionale che pare scervellarsi per trovare soluzioni che danneggino lo sci invece di promuoverlo e valorizzarlo: largo così a insulse supercombinate, buone non si sa a cosa, e meno spazio agli slalom giganti che da sempre rappresentano la sintesi perfetta dello sci.