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Buffon: «Voglio tornare a vincere»

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Sabato sfida al Milan nel Trofeo Berlusconi: non siamo al loro livello

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E mi hanno fatto piacere. È però anche vero che a volte ci si deve fermare e limitarsi a valutazioni calcistiche. Io ho ancora voglia di vincere: uno stimolo che si può mettere da parte per un anno ma che, giustamente, alla lunga riemerge. Passare alla storia come giocatore che è arrivato dodicesimo in campionato, per esempio, non è così gratificante». Quindi? «Ne parleremo più avanti, perché altrimenti rischio di rispondere sempre nella stessa maniera e a me non piace essere monotono. Magari lo faremo nel momento in cui la nostra classifica sarà migliore». Deluso di quella attuale? «No, me l'aspettavo peggiore. Ma sono ancora un po' arrabbiato per il pareggio casalingo contro l'Arezzo: sono due punti regalati che potevamo fare a meno di concedere. Però credo che tutto serva da lezione». Sabato affronterete il Milan nel Trofeo Berlusconi: sensazioni? «Non ho un bel ricordo del trofeo, visto che proprio a Milano mi sono fatto male alla spalla: il bello della vita, però, è sapersi rialzare e andare a giocare competizioni che in passato ti hanno dato cocenti delusioni». Qualcuno sogna di vedere una Juve alla pari con il Milan, in modo tale da immaginarsi già al livello delle grandi del campionato. «Non scherziamo. In questo momento le nostre potenzialità non sono pari a quelle del Milan: è però bello misurarsi con squadre più forti per trovare i giusti spunti in vista della prossima stagione. Probabilmente noi saremo più stimolati: non vorrei però ci si illudesse nel caso in cui riuscissimo a fare una buona prestazione». Pessimista per il prossimo futuro, allora? «Il fatto di poter essere competitivi in A è reale, ma questo non significa che siamo in grado fin da oggi di poter competere con i rossoneri: prossimamente, forse. Diciamo questo: ci sono valori che fanno pensare che, anche in A, la Juve potrebbe arrivare tra le prime cinque se i suoi campioni rendessero sempre al meglio». Qualcuno dice che una sua eventuale permanenza a Torino convincerebbe anche Trezeguet e Camoranesi a fare altrettanto. «Non penso proprio. Se un giocatore vuole rivedere la propria posizione, deve essere rispettato e basta». Un suo personale bilancio del 2006? «Un anno altalenante, nel quale di sicuro non mi sono annoiato. Il che non vuol dire che mi sia divertito e basta: quando sei sulle montagne russe, puoi anche stare male».

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