Lo svedese e l'anno della definitiva consacrazione
Ibra lancia l'operazione simpatiaConfessa sul sito nerazzurro tutto l'amore per il figlio Maximilian
Il 2006 tra campo (punti e risultati più record) e sentenze di calciopoli ha timbrato la squadra di Mancini, eppure le vittorie chieste al 2007 sono più importanti. Un destino che nel 2007 accomuna, tra luci e ombre, alti e bassi, sia squadra che Zlatan Ibrahmovic: vuole essere l'anno della definitiva affermazione di Ibra, a maggior ragione in maglia nerazzurra. Lo svedese studia da nerazzurro vero, cerca di lasciarsi alle spalle quelle mosse da discolo che ogni tanto gli scappano in campo e sa che questo per lui è un anno decisivo: quello della definitiva consacrazione. Operazione simpatia in nerazzurro, quindi per lo svedese, che sul sito dell'Inter nella rubrica non a caso chiamata «Uno di noi», ha voluto salutare l'inizio della nuova stagione con una intervista a cuore aperto proprio per lasciarsi conoscere un pò di più. «La cosa più bella della vita? La nascita di mio figlio Maximilian. Il primo pensiero del mattino? Mio figlio». E se il desiderio più importante della sua vita si è avverato, cioè «quello di giocare al calcio», quello che si deve ancora avverare è «veder crescere bene mio figlio». Pensa al futuro Ibra, pensa in grande. Amante del computer, il ricordo di un viaggio alle Bahamas, la passione per le automobili, New York meglio di Roma. Pizza, cioccolato e dolci, Topolino e Paperino: è l'aria da ragazzo generoso e coccolone che forse ha nel privato quella che esce nelle pieghe di altre risposte. E gli piacciono le persone entusiaste. Quando gli chiedono se sia più importante amare o essere amati, Zlatan non ha avuto dubbi: amare. Ma nello spogliatoio la considerazione per Ibra è altissima: «Ci si sente forti, e poi quando c è anche la tecnica di Ibra è tutto più facile», ha detto Materazzi.