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Giusta la scelta di rimanere a casa pensando al Giappone

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Andrew Howe aveva deciso di recarsi in America, nella patria di sua madre nonché allenatrice Renée Felton, nella sua terra che ha presto abbandonato per trasferirsi a Rieti. Un mese a Los Angeles, all'Ucla di Santa Monica, sotto la guida della mamma arricchita dei consigli di Joe Douglas e John Smith, i tecnici che hanno scritto la storia dell'atletica a stelle e strisce. Dietro questa scelta c'era una strategia chiara ed annunciata in accordo con il settore tecnico della federatletica di effettuare quella che gli addetti ai lavori definiscono "doppia periodizzazione". E così il talento reatino di ritorno dagli States ha partecipato alle gare al coperto conquistando il bronzo ai mondiali di Mosca mentre nella stagione estiva ha coronato il sogno dell'oro europeo. Quest'anno non sarà così e tra meno di una settimana il gioiello dell'atletica azzurra andrà in raduno al Palaindoor di Ancona sotto la supervisione di Claudio Mazzaufo, il responsabile federale del salto in lungo, che segue il "fenomeno" Howe da quando era poco più che un bambino. L'idea questa volta è quella di non gareggiare in inverno, una opzione che lascia intendere una grande mole di lavoro necessaria per ambire ad un ulteriore "salto" di qualità. E' una scelta coraggiosa che sacrifica la possibilità di medaglia agli euroindoor di Birmingham agli inizi di marzo. Ma i mondiali estivi di Osaka sono un'occasione troppo ghiotta che Andrew non vuole assolutamente lasciarsi sfuggire. Giov.Esp.

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