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Arbitri, in 16 col fiato sospeso

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una designazione (Collina) che, pur riportando un personaggio autorevole nell'orbita dall'Aia e della Can, ha provocato non poche polemiche e malumori; la spada di Damocle giudiziaria che pende sulla testa di 16 iscritti tra arbitri e guardalinee per l'inchiesta della procura napoletana. Non inizia certo all'insegna della tranquillità (e del sereno rinnovamento da tante parti auspicato) il nuovo anno per la nostra classe arbitrale. Sette arbitri (Dondarini, Bertini, Messina, Rocchi, Tagliavento, Pieri e De Marco) e nove collaboratori di linea (papi, Rossomando, Niccolai, Foschetti, Baglioni, Alvino, Cntini, Griselli e Ivaldi) sono con il fiato sospeso in attesa della conclusione dell'inchiesta partenopea per «associazione a delinquere ai fini della frode sportiva». Tutti coinvolti in qualche modo nello scandalo di calciopoli, se la sono cavata sin qui a buon mercato nell'inchiesta sportiva che li ha prosciolti, non avendo trovato colegamenti con le società condannate. Ma un eventuale rinvio a giudizio a Napoli rimetterebbe in moto anche il meccanismo della giustizia sportiva. L'ex designatore Tedeschi aveva preannunciato la sospensione immediata per i processati. Gussoni non potrà cancellare quell'impegno. Collina così si trova nella non certo invidiabile situazione di potersi vedere ridotti all'osso gli organici dei fischietti e dei collaboratori che dovranno allenarsi con lui. Altri giovani dovrebbero essere immessi nei ruoli di serie A e B e, visti i non certo esaltanti risultati delle nuove leve nella prima metà del campionato, c'è da incrociare le dita. Intanto una sospensione è già diventata esecutiva e riguarda Matteo Trefoloni. Il procuratore federale Palazzi non se l'è sentita di ricorrere al solito colpo di spugna sulla vicenda del Roma-Juventus del 2005 che l'arbitro senese evitò grazie a un certificato medico ritenuto "compiacente". La Caf potrebbe condannare il fischietto toscano a uno stop dai tre ai sei mesi (una pena più pesante escluderebbe Trefoloni dalla lista degli internazionali) ma, anche se non si tratta di una pena pesante, per Gussoni e l'Aia si tratterebbe di un nuovo colpo a una credibilità che non riesce a rimarginare le sue profonde ferite. Nello stesso tempo il neo presidente degli arbitri italiani è atteso sin dalla prossima settimana al nuovo compito delle degnazioni da decidere in accordo con Collina. La "strana coppia" dovrà azzeccare subito le mosse giuste per non finire travolta da critiche e polemiche prima ancora di cominciare a lavorare sul fronte della preparazione e della crescita delle nuove leve arbitrali. Cla. Mon.

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