L'appunto
E poi l'Opa di Lotito per rilevare l'intero pacchetto azionario della società, le azione sequestrate a Milano e ancora avvocati e carte bollate. Altri 365 giorni vissuti sul filo del rasoio nel pieno rispetto della tradizione del più antico club della Capitale. Alla faccia della serenità che per tutto l'anno la squadra di Rossi ha cercato di trasmettere alla gente laziale. Già, proprio la squadra, i giocatori, il tecnico e tutto lo staff, sono sembrati la parte migliore del 2006 che sta per andare in archivio. Si parte col 14 maggio, data epica per la vittoria di sei anni prima del secondo scudetto targato Cragnotti, che invece si tinge d'amarezza. Poche ore prima trapelano le prime indiscrezioni sullo scandalo legato alle partite truccate e, guarda caso, anche stavolta avrebbe riguardato i colori biancocelesti. E così quel Lazio-Parma, ultima gara dello scorso campionato, non è una festa, diventa triste perché l'Europa appena riconquistata dopo un anno di assenza, è solo un'illusione. Per colpa di quelle telefonate di Lotito che voleva solo tutelare gli interessi del club di fronte agli scempi di una classe arbitrale scadente e corrotta. Purtroppo ci sono voluti tre gradi di giudizio sportivo per far emergere la verità: la Lazio non ha mai tentato di comprare le partite. Per fortuna, ma quel 14 maggio resta ancora una ferita aperta e i quarantacinquemila tifosi che erano all'Olimpico per festeggiare un sesto posto insperato ma meritatissimo, non potranno mai dimenticare quel boato sofferto al gol di Rocchi. Sessantadue punti, Rossi a gioire in panchina per un'impresa sportiva cancellata dalle sentenze di calciopoli. Tutto in fumo, tutto finito prima ancora di ricominciare a vivere il profumo delle partite europee. L'estate è stata tormentata, con lo spettro della B a rovinare le vacanze dei laziali. Dal ghigno di Guido Rossi, l'uomo chiamato per rifondare il calcio poi scappato nel momento del bisogno dopo il «richiamo» di Telecom, ad un processo «bulgaro» con sentenze già scritte. Senza ascoltare i testimoni, senza concedere agli avvocati difensori di poter svolgere il loro compito come è giusto che sia in qualsiasi tribunale. La serie B con sette punti, poi la correzione il 25 luglio dopo dieci giorni di apnea. Serie A con undici punti di penalità, un colpo al cuore alle speranze di Rossi e della squadra. Lotito si butta sul mercato compra tanto e bene, riscatta Pandev e Mauri, prende Ledesma e Makinwa. E così il divorzio da Liverani e Dabo è indolore mentre quello da Di Canio lascia ancora tristezza tra i tifosi. Si riparte con la delusione di una prematura eliminazione dalla Coppa Italia in una maledetta notte d'estate a Messina. In campionato due sconfitte ad alimentare i dubbi subito allontanati da tre vittorie di seguito. La squadra cresce, si ritrova, arriva l'Arbitrato: una boccata d'ossigeno che avrebbe rimesso in vita un moribondo. Poi la notte magica del dieci dicembre per chiudere in bellezza. Un derby perfetto, storico, tre gol alla Roma e quinto posto in classifica con la Champions nel mirino. Ma sempre la tristezza nel cuore per i problemi dei tifosi, per lo stadio troppo vuoto nonostante una squadra divertente e meritevole di essere seguita con più passione. Il nuovo anno ci dirà la verità, ma di sicuro è sempre una Lazio da amare, così com'è. Folle, sfortunata ma sempre coraggiosa.