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Un'altra classe dirigente la fine della moviola e un calcio più sereno

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Semmai ne ricevo qualcuna dai miei nipotini. Tuttavia se mi fosse concesso, a titolo di esercizio, esprimere qualche desiderio per il nuovo anno cercherò di fare un piccolo elenco dopo aver diviso le mie speranze in due categorie. Ci sono quelle possibili ed altre utopistiche, qui citate solo perché il clima delle feste lo consente. Il primo desiderio è quello di vedere modificata l'eccessiva differenza (di interesse, di spazio e di attenzioni) che esiste, nel nostro paese, tra il calcio e le altre discipline sportive, in questo senso inevitabilmente anche se ingiustamente definite minori. Questi sport si prendono la rivincita nei referendum di fine stagione, che premiamo Filippo Magnini e Vanessa Ferrari dopo che questi campioni hanno avuto meno titoli sui giornali di Massimo Oddo, riserva azzurra ai mondiali di Germania ma in procinto di passare dalla Lazio al Milan. In aperta e sfacciata contraddizione a questa premessa dedico al calcio le altre mie richieste perché è proprio il calcio, nel suo ruolo insostituibile di sport più popolare, ad offrire la vetrina più clamorosa e più sincera delle nostre debolezze. Mi piacerebbe (i lettori di Fair Play sanno già come la penso) una serie A con 16 squadre ed una serie B con due gironi da 10 squadre ciascuno (si giocano due volte il girone d'andata e due volte quello di ritorno). Vorrei il sorteggio arbitrale completo, senza fasce e senza preclusioni geografiche, perché il sorteggio eliminerebbe i sospetti e ridurrebbe la famosa sudditanza psicologica. Nel settore «utopia» c'è anche il sogno di vedere un arbitro di Milano arbitrare Milan-Roma ed uno di Roma dirigere Lazio-Inter. Vorrei per il calcio (ma non solo) una miglior classe dirigente ma cosa si può sperare da una Federazione e da una Lega che ci hanno regalato una serie A con 20 squadre e che hanno recentemente confermato, con il caso Collina, l'antica vocazione al compromesso? Del resto non era stato il nostro calcio a rendersi ridicolo con la soluzione dei due designatori (al prezzo di dieci)? Vorrei venisse abolito il mercato di riparazione, vorrei venisse ristabilita la possibilità di acquistare al botteghino il biglietto della partita. Vorrei che venisse impedito lo svolgimento di una partita per la quale fosse necessario impiegare più di 100 poliziotti o carabinieri. Vorrei lo scioglimento, per decisione autonoma ed intelligente, dei club perché il tifo deve essere manifestazione spontanea ed individuale. Vorrei che venisse applicato (che del resto funziona benissimo in altre discipline sportive) il tempo bloccato (due tempi di 30 minuti effettivi). Vorrei che gli arbitri si decidessero a far rispettare la regola che impedisce ai giocatori di entrare in area durante l'esecuzione di un calcio di rigore oppure che questa regola venisse abolita, dal momento che viene infranta 90 volte su cento. Vorrei che venisse data sepoltura definitiva alla moviola in campo, dopo aver preso atto della sua inapplicabilità. Premesso che temo che nessuna di questa richieste sarà esaudita, mi inoltro tranquillamente nel settore delle utopie. In linea teorica ha ragione il presidente del Napoli De Laurentis quando ipotizza una serie A sul modello della NBA con le squadre giuste al posto giusto ma la sua proposta ha due difetti perché lui vorrebbe soprattutto il Napoli in serie A e perché dimentica che in Italia non siamo maturi per un modello che ha bisogno di una cultura sportiva che noi non abbiamo. Infine l'ultimo desiderio-utopia: vorrei un calcio senza il pareggio che avrebbe, tra gli altri, il vantaggio di ridurre almeno del 50 per cento i casi di combine. Auguri a tutti.

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