WASHINGTON — I guai di Mike Tyson sembrano non finire mai.

Dopo aver passato diverse ore in una cella della polizia, l'ex pugile ieri mattina è comparso davanti a un magistrato della contea di Maricopa, che ne ha ordinato il rilascio senza cauzione ma con l'obbligo di sottoporsi ad altri accertamenti per verificare il suo stato di intossicazione da droghe e alcol. Fino a quando il suo caso sarà pendente, il giudice gli ha inoltre proibito di bere alcolici e di assumere farmaci che non gli siano stati prescritti da un medico. Secondo quanto ha riferito un portavoce dell'ufficio dello sceriffo a Scottsdale, Tyson si era messo alla guida di un'auto verso le 1:45 della scorsa notte dopo alcune ore trascorse in un night. «Ha mostrato segni di intossicazione ed è stato sottoposto a un test», ha detto, aggiungendo che la prova ha indicato che era ubriaco. Una successiva perquisizione dell'auto ha fatto saltar fuori dosi di cocaina. Tyson era solo nel veicolo e non ci sono stati quindi dubbi sul fatto che la sostanza fosse sua. Sono scattate le manette e il pugile è stato trasferito in una cella della contea. Non è la prima volta che l'ex campione ha grossi problemi con la giustizia americana. Nel 1992 venne condannato a sei anni per stupro e ne trascorse tre in un penitenziario prima di essere liberato. Ad appena 20 anni, era diventato il numero uno della boxe al mondo nel 1986, battendo Trevor Berbick e conquistato la corona dei pesi massimi. Nella sua carriera, ha vinto 50 incontri, 44 dei quali prima del limite e ha subito sei sconfitte, l'ultima delle quali risale al giugno 2005 con l'irlandese Kevin McBride. Da allora non è più salito sul ring. Fino al 1990 fu il dominatore incontrastato della categoria ma poi per lui cominciò il declino dell'uomo e dell'atleta. Dopo la condanna per stupro inizialmente aveva smentito chi lo dava per spacciato. Era tornato a combattere vincendo ancora due corone mondiali nel 1996. Nel giugno 1997, in un match con Evander Holyfield, per poco con un morso non staccò un orecchio all'avversario: un anno di sospensione. Nel 1999 fu nuovamente arrestato per avere pestato a sangue due automobilisti dopo un incidente stradale. Processato e condannato a un anno, venne poi liberato con la condizionale. Nel 2005, l'addio definitivo alla boxe dopo la sconfitta con McBride ma non a una vita inquieta e dissoluta che lo ha ridotto quasi sul lastrico per le sue spese folli tra ville e auto di lusso, mogli, amanti e divorzi.