L'osservatorio

Non casuale che lo show offra il suo momento più esaltante all'Olimpico, Rodrigo Taddei protagonista: ma è quasi naturale che il più grande gesto tecnico e atletico della giornata sia stato firmato da un romanista, cioè da uno degli attori di quella compagnia teatrale che da tanti mesi regala recite calcistiche esaltanti a tutta l'Italia. La Roma si congeda con un bilancio esaltante anche in termini numerici, ma la padrona del campionato resta l'Inter: da applaudire per avere eguagliato, in un pomeriggio difficile, il primato giallorosso di undici vittorie consecutive, con la prospettiva di poterlo migliorare alla ripresa delle operazioni, a metà gennaio. Brava l'Inter a uscire senza danni da una partita nella quale, anche per la forzata improvvisazione della terza linea milanese, l'Atalanta aveva proposto alla capolista gli stessi problemi che la Roma aveva già dovuto fronteggiare all'Olimpico, uscendone con bravura pari alla sofferenza. Determinante la svolta regalata dall'ingresso di un Figo prezioso proprio perché saggiamente amministrato da Mancini, nonostante le sue lamentele. Come è giusto per un grande campione con una lunga carriera alle spalle, tanta gloria, ma anche energie da centellinare per trarne il massimo profitto al momento opportuno. Poi, visto che la capacità non può fare a meno della mano amica della sorte, dopo tre minuti si è fatto la bua Recoba ed è arrivato Adriano: che, dopo avere sofferto una sorta di linciaggio verbale da parte del suo tifo per gli orrori prodotti sotto porta, ha trovato il gol del pari nel modo più impervio, ed era un gol atteso da nove mesi, una sorta di lieto evento in tutti i sensi. Dunque si va al riposo con gli stessi sette punti tra l'Inter e la Roma, più salda al secondo posto, che sembra voglia aggiungere ai suoi abituali fuochi d'artificio un briciolo di saggezza amministrativa, anche se soltanto il raddoppio di Mancini ha regalato a Spalletti la tranquillità, festeggiata con un balletto simpatico quanto del tutto inusuale. Roma festeggia anche l'arrivo in piena zona Champions di una Lazio incredibile: in dieci e sotto di un gol, diventa travolgente a Parma, chissà che Delio Rossi non segua la filosofia di vecchi maestri, Zeman ma anche Liedholm, che consideravano un vantaggio l'inferiorità numerica. Manca soltanto, ai laziali, una più convincente continuità, visto che nei momenti felici la squadra dimostra di poter guardare negli occhi senza tremare anche le corazzate del campionato. In vacanza anticipata l'Empoli, strapazzato a Reggio, e il Chievo, presentatosi ad Ascoli con una improponibile maglietta da Ryder Cup di golf e fin troppo generoso nel regalare ai marchigiani la prima vittoria, dopo diciassette tentativi a vuoto.