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Presi in velocità i galattici possono rischiare

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E fanno bene gli interisti a toccare ferro senza offendersi, forse consapevoli pure loro dello strapotere imposto da Roberto Mancini a un campionato già moribondo e chissà quanto salvabile prima di Natale. Tra poco ci prova la Lazio, penalizzata tre giorni fa nel western livornese dall'arbitraggio inadeguato del signor Pantana, causa le assenze di Rocchi e Mutarelli, mentre il provocatore Cristiano Lucarelli e il solito Vieira, a San Siro, sono rimasti impuniti. Ma tanto non si è ancora capito quali oppositori italiani possano sorprendere i fenomeni nerazzurri, dopo nove vittorie consecutive e un'affidabilità totale forse mutuata dalla Juve dei tempi migliori grazie agli inserimenti di Vieira e Ibrahimovic, cui vanno aggiunti come protagonisti il boom di Stankovic e l'elevato rendimento di Crespo. Non resta allora che sperare nell'imprevedibilità del football evitando le facili suggestioni diffuse da quanti reputano l'Inter invincibile e destinata a trionfare con distacchi mortificanti perfino sui presunti rivali romanisti, inaspettatamente castigati da Delio Rossi lo scorso 10 dicembre. Ciò significa che bisogna avere fede, anche se i leader della classifica mettono paura per l'opulenza dell'organico e il pragmatismo sopraggiunto nel loro allenatore, indimenticabile ex migliorato al punto di non complicarsi più la vita in velleitari esperimenti. Prima o poi l'Inter lascerà qualcosa? Avrà un'improvvisa amnesia? Accuserà cedimenti? La legge dei grandi numeri e il valore già sprigionato da quelli di Formello nel derby imporrebbero di rispondere affermativamente agli interrogativi. Nemmeno i marziani possono volare sempre imprendibili e le proiezioni dicono che di questo passo l'Inter chiuderebbe oltre i 100 punti, dispersi e sbriciolati gli altri partecipanti di una serie A immiserita nel pathos e nei valori tecnici. Intanto va riconosciuta al mutuo soccorso biancoceleste la capacità di sprigionare efficaci contromisure addirittura in circostanze difficili, quando l'inferiorità tecnica appare vistosa e i laziali inclini al pessimismo avrebbero voglia di rassegnarsi anzitempo. Invece oggi prevale nella gente la pazza voglia di prefigurare la Sfida alla pari, dentro uno stadio dove Oddo e compagni sappiano avvampare d'orgoglio per indovinare lo storico sgambetto. Inseriti Firmani e Makinwa, l'organizzazione-Rossi tenterà di prendere in velocità i morattiani per catturare quel bottino pieno già sfiorato in casa negli ultimi due precedenti, nonostante il sollievo che potrebbero ricavarne i giallorossi vincenti a Torino. Non bisognerà sbagliare nulla né sbilanciarsi in scriteriati assalti. E molto dipenderà dalla direzione del signor Gianluca Rocchi, beffarda coincidenza in assenza del Tommaso laziale, cui toccherà l'arduo compito di affrancarsi da un disastroso periodo arbitrale, garantendo giudizi imparziali. Per la cronaca è lui che giudicò Chievo-Lazio finita sotto la lente d'ingrandimento della Procura di Napoli e della giustizia sportiva. Le conseguenze di Calciopoli non svaniscono mai.

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