Contro l'imbattibile Inter i biancocelesti cercano una vittoria dal sapore di Champions

Una squadra perfetta, un avversario imbattibile (ha perso solo in Champions), reduce da nove vittorie consecutive in campionato. Ci vorrà un'impresa da parte della Lazio per riuscire a fermare l'armata di Mancini (20.30, diretta Sky, Mediaset Premium e Alicetv). Le squalifiche di Rocchi e Mutarelli costringono Rossi a cambiare la squadra. Ma prima di qualsiasi notazione tattica il tecnico laziale ha voluto fare chiarezza sul disgustoso episodio di domenica: «Quello che è successo durante e dopo Livorno ha sancito una cosa che già sapevo. Chi è prepotente e furbo ha la meglio sugli altri. Pensavo che il bullismo facesse parte solo delle scuole e invece è presente anche del calcio. È stata una vicenda pilatesca. La moviola in campo non c'entra, ci sono già 4 persone preposte. Ci sono delle regole, basterebbe applicarle. Non avevo visto immagini, le ho riviste e sono state più che eloquenti ma non credo che per avere giustizia bisogna farsela da soli. Se ti comporti in maniera leale non puoi essere criticato per esserti comportato correttamente». E nell'ultima giornata di campionato è riesploso il problema-arbitri. Rossi però allontana le ombre: «Non me la sento di dirlo, però si può parlare degli episodi specifici. In ogni caso non voglio dare alibi a nessuno. C'è stato un calo normale dopo una partita dispendiosa come il derby. Se non hai qualità però non riesci a portare a casa una partita e alla fine il pareggio è un buon risultato». Rossi passa e chiude. Su Livorno, sul vergognoso atteggiamento di Lucarelli e soci non vuole più parlare. Meglio concentrarsi sull'Inter e sull'affascinante sfida di stasera all'Olimpico. Il tecnico spiega: «Ci vorrà più di un'impresa. I numeri parlano chiaro, unica squadra imbattuta, miglior difesa e attacco: serve una prestazione perfetta della Lazio, anzi dobbiamo fare la partita della vita contro una formazione più forte della nostra». La ricetta, peraltro molto semplice, ce l'ha in testa Rossi. «Per riuscire a battere la capolista servono quattro componenti: loro non al massimo, un pizzico di fortuna, che l'arbitro faccia il suo e noi al massimo. Per vincere con l'Inter servirebbe un'altra Inter, parlare di un singolo farebbe torto a tutti gli altri». In pratica ci sarebbe bisogno la Lazio del derby. Rossi non si scompome: «Dobbiamo giocare tutte le partite come al derby altrimenti non ne esci vivo contro l'Inter. Se tutti danno il 150% ce la giochiamo con tutti». Ci sarà la novità Makinwa dal primo minuto e Firmani al posto di Mutarelli. Per il resto tutti confermati anche se in difesa Stendardo scalpita e potrebbe tornare utile come contraerea per le torri interiste. Rossi coccola il nigeriano atteso a una grande prova da titolare: «Deve andare in campo sereno - dice Rossi - e dimostrare di essere un giocatore da Lazio. Le assenze di Rocchi e Mutarelli sono pesanti. Venivano da buonissime prestazioni ma abbiamo tanti giocatori bravi che non li faranno rimpiangere. Mi dispiace che siano stati squalificati. Behrami? Ci sto pensando come sto valutando ad altre soluzioni. Spero che ci tornerà utile, può essere già da questa sfida contro i nerazzurri». Nessuna promessa, nessun voto propiziatorio come è accaduto per il derby con quel tuffo nel Gianicolo che ha fatto innervosire molto i romanisti. Rossi precisa: «Faccio l'allenatore, non il tuffatore. Quella era solo una promessa, ora basta». Appuntamento stasera per una gara dal sapore particolare anche per i tanti ex: da Mancini e Mihajlovic per finire a Stankovic e Crespo oltre al preparatore Carminati. Ma quella era un'altra Lazio, ora quella di Rossi vuole battere l'Inter (non vince all'Olimpico biancoceleste da dieci anni) per continuare a sognare il quarto posto e per riaprire un campionato che sembra già segnato.