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Grandangolo

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Poi, sull'attuale felicità del gruppo di Delio Rossi, prevalgono per un attimo i ricordi specifici e, quasi svegliandosi di soprassalto, gli osservatori scoprono che siamo nell'imminenza di una trasferta stregata, una specie di tabù labronico da quando gli avversari di circostanza sono tornati in serie A. E poco importa puntualizzare che in entrambe le sconfitte vennero disputate prestazioni più che dignitose, guastate solo da intemperanze violente di matrice politica e dalla contrapposizione fra saluti romani e pugni alzati. Ma adesso molte cose sono cambiate nel rendez vous senza Paolo Di Canio e le sue provocazioni, visto che i ragazzi di Arrigoni sono in fase calante come dimostrano le ultime sconfitte sopportate causa il Palermo e contro il Chievo addirittura dentro casa; mentre la Lazio gode dei benefici psicologici e degli incanti garantiti dal 3-0 di domenica scorsa, cui bisognerebbe aggiungere un'altra bravata prima della partitissima davanti all'Inter, nel tentativo di resuscitare il campionato al vertice. Arduo capire quali prospettive salteranno fuori dalla mescolanza di riferimenti così tanto contraddittori, completati da un rendimento livornese inferiore di otto punti rispetto a dodici mesi fa, e dalla consolatoria constatazione di tre lontanissime vittorie laziali nell'allora campo «Ardenza», due in serie A negli anni Trenta e una, in B, nel '71/'72. Qui bisogna procedere cauti, pure se saremmo tentati d'affermare che gli eversori della compagnia Totti, proprio quelli, rappresentano indiscutibilmente la quarta forza dell'attuale campionato, con buone chance di sorpassare presto il sorprendente Catania e di proiettarsi verso i preliminari di Champions League. Sicché il problema da risolvere resta quello dell'assestamento su livelli di gioco importanti, senza le cadute di tensione che hanno determinato gran parte delle cinque sconfitte già accumulate e in particolare il black out di ottobre, dopo l'illusoria quaterna rifilata al Torino dentro l'Olimpico granata. Delio Rossi lo sa e non alimenta l'ottimismo in maniera eccessiva. Conferma lo schieramento della stracittadina, vagheggiando la riproduzione immediata dei meccanismi che hanno asfaltato i giallorossi, possibili qualora l'ex Antonio Filippini, Galante e Bakayoko si sbilancino in avanti non rispettosi delle distanze ed esposti al devastante effetto delle ripartenze di Ledesma, Mudingavy e del diffidato Mutarelli. L'orientamento a rombo ha pagato bene e dovrebbe pagare ancora, sublimando le caratteristiche distributive di Stefano Mauri, diventato il propulsore fondamentale in cui i compagni s'identificano per volare imprendibili. Sì, questi risultano gli umori nell'avvicinamento, senza dimenticare il grado elevato intravisto nell'accoppiata offensiva Rocchi-Pandev, anche loro in attesa del test di conferma che impedisca ripensamenti. Arbitro Pantana, alla tredicesima direzione in serie A e senza precedenti in questo match, la trasferta offrirà chiarimenti importanti. Oggi Peruzzi e compagni hanno le carte in regola per attirare perfino fluidi positivi.

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