Di Canio, il silenzio del grande assente
E pensare che è stato uno di quelli che l'ha griffato in modo indelebile: nell'89, quando era poco più che ventenne, si divertì a firmare un 1-0 storico sotto la Sud, con un destro al vetriolo su assist di Ruben Sosa. Sedici anni dopo, sempre col nove sulle spalle, è tornato a scrivere la leggenda laziale. Sempre sotto la Curva giallorossa, sempre con un destro d'antologia, al volo: un ghigno stampato sul volto, come a dire «sono sempre io». La storia di Paolo Di Canio è legata in modo inscindibile a questi due fotogrammi. In mezzo tanti club importanti, l'esperienza all'estero e un orgoglio grande così: la fede - incrollabile - per la Lazio. Da quando si è reciso il filo, in modo brusco, con la società attuale, Di Canio non ha nascosto di volersi allontanare «perché lontano da certi principi». Niente cena, niente dvd scaramantici, niente di niente. E pensare che era lui a trainare i compagni, a spronarli, a studiare riti particolari per scandire la marcia d'avvicinamento alla stracittadina. «Il derby? Non mi interessa. Allo stadio non vado», aveva sottolineato un mese fa durante un evento Umbro. È in guerra con la società, per una storia di arretrati, maglie e multe che è finita davanti all'arbitrato della Lega e che sarà discusso a gennaio. Ora pensa alla Cisco, domani pomeriggio giocherà al Flaminio e poi probabilmente andrà a cena fuori. Del suo derby, insomma, non è rimasto niente. Capitolo-mercato: il Milan sembra pronto a rilanciare per Oddo. Le ultime indiscrezioni che arrivano dal quartier generale rossonero escludono il cartellino di Marzoratti (che piace anche alla Juve) e fanno salire l'entità del conguaglio: 7 milioni più metà Foggia per arrivare al terzino. Nel discorso potrebbero rientrare Sereni (girato al Milan) e Balzaretti, che piace alla Lazio. Viene anche seguito il giovane belga Vanden Borre dell'Anderlecht.