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Sulla vittoria: «Nella ripresa è cambiato spirito L'Inter? Rimaniamo attaccati a Mancini»

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Da capitano vero Totti non si è tirato indietro quando Pantana ha indicato per ben tre volte il dischetto al centro dell'area proprio sotto alla Sud. Già, perchè proprio per tre volte quest'anno dagli undici metri Totti aveva fallito. Ma stavolta sbagliare sarebbe stato deleterio per la sua Roma aggrappata a quel penalty per rientrare in partita contro un'Atalanta bella e concreta. Stavolta Totti non ha tradito i suoi realizzando la terza doppietta stagionale (21esima in carriera) e portandosi a quota nove reti (12 stagionali comprese le coppe) che lo eleggono, al momento, capocannoniere di A in condominio con Riganò. Per gli amanti dei numeri Totti ha realizzato oggi il suo gol numero 134 a sole quattro lunghezze dal record di Chiesa miglior cannoniere in attività a quota 138. Lo spiega a fina gara, con la solita naturalezza, racconta quei momenti che hanno tolto qualche anno di vita ai giallorossi assiepati sugli spalti della Sud: e non solo. Due rigori realizzati, prima che l'arbitro lo costringesse a replicare proprio quello più delicato che ha dato poi il successo alla Roma. «Non ho mai avuto paura di tirarli i rigori. Non era facile tirarne poi tre - spiega il capitano - ma sono rimasto freddo fino all'ultimo e sono riuscito così a mettere alle spalle i tre sbagliati finora». Una partita spaccata a metà dall'ingresso di Perrotta nella ripresa, cosa che dimostra come il modulo giallorosso sia imprescindibile da alcuni uomini chiave: Perrotta forse su tutti. Senza il centrocampista azzurro, la squadra ha faticato a trovare i soliti movimenti, i soliti spazi e ha perso molta della sua efficacia offensiva. E sarebbe riduttivo addossare tutte le colpe a un Montella, comunque al di sotto della sua condizione standard, ma che comunque di palle giocabili li davanti ne ha viste poche davvero. Il capitano conferma. «È vero, uscito Montella la Roma è cambiata, ma non è colpa di Vincenzo. È cambiata tutta la squadra, l'atteggiamento. Nel primo tempo siamo entrati in campo con la mentalità sbagliata, senza concentrazione. Poi però abbiamo dimostrato di essere competitivi: ovvio che Perrotta ci ha dato più velocità lì davanti». Ma l'obiettivo era e resta l'Inter che Totti ha ben fisso nel suo mirino. «Continuiamo a stargli attaccati e ora pensiamo al Valencia. Il derby? Quello dopo, prima la Champions poi penseremo alla Lazio. La cosa importante stasera è che siamo riusciti a non prendere ammonizioni». E a fine gara anche al dirigenza tira un sospiro di sollievo per una partita che s'era messa non bene e che poi ha invece fatto riscuotere altri tre punti ai giallorossi. «È stata la vittoria del cuore - ha detto a fine gara Pradè - del sacrificio e del carattere. Era importante vincere perchè questi tre punti lasciano inalterato il distacco dall'Inter. Ora iniziamo questa settimana importante per noi e lo facciamo col piede giusto». Il direttore sportivo della Roma non sembra preoccupato del tour de force che aspetta i giallorossi da qui alla fine dell'anno e rilancia. «No, non mi spaventano tante partite. Saranno tutte importanti, ma i ragazzi sono molto cresciuti dal punto di vista caratteriale e sono sicuro che sapranno affrontarle nel migliore dei modi».

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