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Lotito sopra al 50%. Per l'Opa offerti 0,40 euro ad azione

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Si parte dalla novità - prevedibile - relativa al raggiungimento della quota di maggioranza, che ha preceduto tecnicamente l'atto formale. Nei giorni scorsi infatti è stato rastrellato un altro 1%, che ora pone Lazio Events al riparo da eventuali sorprese. Il dossier di circa 45 pagine è stato invece inviato ieri sera, via fax, negli uffici dell'organo di vigilanza, in ossequio ai tempi stabiliti. Confermate le indiscrezioni: il socio di maggioranza offre 40 centesimi da azione per raggiungere l'obiettivo, dichiarato, del delisting. Nel caso in cui Lotito riuscisse quindi a rastrellare il restante 49,779% (per un totale di oltre 33 milioni azioni ordinarie) ancora presente sul mercato, l'operazione avrebbe un costo pari a 13,488 milioni «garantito da apertura di credito - si legge in una nota della società - concessa da Unicredit Banca d'Impresa e controgarantita dalla liquidità in capo all'offerente». La consulenza dell'operazione è stata affidata al prof. Giovanni Fiore, già conosciuto nell'ambiente per avere effettuato la perizia sul parco-giocatori e l'analisi consegnata al Fisco sulla gestione del club. Nei prossimi 15 giorni dovrà essere invece scelto - e comunicato - l'intermediario per l'assistenza relativa al collocamento (raccolta di adesioni sul mercato). La durata dell'operazione è di 25 giorni lavorativi: il decollo è previsto entro fine dell'anno. La Consob ha due settimane per chiedere ulteriori dettagli, Lazio Events spera di chiudere il cerchio a inizio febbraio. E da domani lavorerà per sbloccare il 14,6% sequestrato dalla Procura di Milano per presunto aggiotaggio. Intanto Sergio Cragnotti racconta la sue verità e boccia ancora l'idea del delisting. «Meglio non abbandonare la Borsa, se non si vuole soffocare del tutto il club. Il debito di 150 milioni di euro? Non l'ha creato la mia gestione», ha ricordato ospite di «Sat 2000». Sul caso-passaporti: «Nessuna ombra sul nostro scudetto. Sono rimasto sorpreso dalle richieste del pubblico ministero. Veron voleva diventare un giocatore comunitario e il procuratore e gli uomini legati a lui ci assicurarono che poteva essere nazionalizzato. Noi gli abbiamo creduto, siamo noi a essere stati danneggiati».

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