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Bisogna bloccare Liverani per fare l'ennesimo blitz

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Poi solo vittorie o pareggi dei laziali, con tanto di bottino pieno arpionato dai biancocelesti nelle ultime quattro visite, quasi per ribadire l'ineluttabilità d'una tradizione, forse evitabile azzeccando gli esorcismi. Non c'è altro posto dove la striscia delle soddisfazioni risulti egualmente lunga e sulla scorta di molteplici procedure. Si può scegliere fra l'anno scorso, 1-2, e la stagione precedente, 2-3, arbitro il bolognese Nicola Rizzoli, proprio lo stesso cui toccherà oggi la direzione del match. Oppure si può piombare sulla goleada sopportata nella città d'arte il 28 gennaio 2001, eversori Nedved, Crespo (doppietta) e Salas, cioè il meglio dell'opulenza itinerante che sarebbe presto svanita da Formello lasciando soprattutto debiti. E visto che perfino l'anonimo Castromann seppe sradicare l'abituale soddisfazione nel campionato successivo, non resta che diffidare delle feste annunciate. Capiterà, presto o chissà quando, che i fluidi cambieranno, prescindendo dalla contrapposizione degli attuali valori tecnici, abbastanza simili, come dimostra il rendimento finora ottenuto da Prandelli e Delio Rossi. Considerate le rispettive penalizzazioni la Lazio ha un punto in più sulla Fiorentina, e meraviglia soprattutto l'andamento altalenante degli atleti viola, già battuti due volte dentro casa e nettamente sotto alla produzione ottenuta l'anno scorso (-9) causa gli acciacchi di Toni e l'eccessiva prudenza nell'interpretare molte partite puntando su un centrocampo di mediani. Per cui saranno ancora Pazienza, Donadel e Blasi (o Gobbi?), scudieri dell'ex Liverani, a cercare l'inversione di tendenza nel possesso palla, mentre toccherà a Pasqual moltiplicare i rifornimenti sulla corsia d'appartenenza, laddove è presumibile che gli oppositori si cautelino utilizzando l'interditore Mudingavy. A nostro avviso proprio l'ex Fabio Liverani è l'ago della bilancia. Oscurarne la regia, grazie al successore Ledesma, significa destinare tanto Toni quanto Mutu, 6 gol già realizzati, ad una prestazione dentro le righe, parecchio controllabile dall'organizzazione difensiva, e in particolare dai centrali Stendardo-Cribari. E non v'è dubbio che la Fiorentina più fisica e votata ad un football di contenimento, cercherà anima e cuore d'impedire il contropiede biancoceleste, forse articolato per scintillare un po' ovunque, ammesso che il signor Delio confermi il tridente Foggia-Rocchi-Pandev spesso sperimentato in settimana. Ci sono dubbi in proposito, né si escludono ripensamenti che portino alla ribalta da trequartista Mutarelli, o Quadri, al posto dello squalificato Mauri. È questa un'assenza pesante dopo i tre successi di seguito catturati con il cambiamento del modulo tattico, ma occorre reagire senza snaturare troppo la migliore riconoscibilità del gruppo per inaugurare nel migliore dei modi il dicembre delle verità. Fossimo nei panni di Rossi noi preferiremmo insistere sul 4-4-2, accantonando la tentazione dello schieramento a specchio, in quanto offre maggiore affidamento il trio Jorgensen-Toni-Mutu rispetto a quello da poco inventato nell'habitat biancoceleste. Fra poco vedremo quanto diventerà importante non lasciarsi sovrastare nell'interno campo per trovare rapidità corale nei rovesciamenti di fronte. Dainelli, Kroldrup e Gamberini sbandano di frequente fuorviati da improvvise amnesie, e dietro a loro Frey non è tornato rassicurante dopo l'infortunio patito al ginocchio. Insomma la Lazio, proiettata verso il quarto posto, deve provarci con il furore e il nerbo atletico dei numerosi precedenti. Sarebbe il cinquantesimo successo in seria A di Delio Rossi, che tocca comunque ferro in riva all'Arno.

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