Bianconeri in vantaggio con Nedved (poi espulso), pareggia Juric
Una partita ai mille all'ora. Uno stadio pieno, colorato e colorito. Tutto questo e anche di più è stata Genoa-Juventus, di fronte la squadra più vecchia e quella più vincente d'Italia. Alla fine, ne è scaturito un 1-1 (Nedved e Juric) che accontenta più o meno tutti: la Juve perché mantiene la propria imbattibilità in campionato, il Genoa perché riprende la marcia dopo due sconfitte consecutive. Partita intensa fin dai primi minuti, con la Juve che provava a far capire di non avere alcun timor nonostante una squadra rimaneggiata. La Signora trovava anche il gol con Palladino, ma Farina annullava per un millimetrico fuorigioco dello stesso napoletano che aveva deviato in rete una conclusione da fuori area di Balzaretti. Il Genoa non si spaventava e cominciava a correre come suo solito, sfruttando splendidamente le fasce laterali e soprattutto la sinistra, dove Fabiano e Botta parevano indemoniati: in mezzo al campo, poi, Paro andava spesso in difficoltà e la Juve non riusciva a organizzare ripartenze degne di tal nome. Greco, da posizione centrale, poteva bucare Buffon ma non trovava la porta, mentre dall'altro lato un paio di iniziative sull'asse Bojinov-Palladino, ben supportati soprattutto da Camoranesi, alleggerivano la pressione. Appena dopo la mezzora, il Genoa aveva l'occasione più ghiotta per passare in vantaggio: Birindelli tratteneva Longo su azione d'angolo e Farina era generoso nel concedere il rigore. Adailton, dopo quattro realizzazioni consecutive in questo campionato, si faceva invece ipnotizzare da Buffon e per poco, un paio di minuti dopo, non era la Juve a passare in vantaggio: Barasso era però puntuale nell'uscita su Bojinov, servito dall'asse Camoranesi-Palladino che si confermava così quella più propositiva in casa bianconera. La partita si manteneva bella ed equilibrata, Buffon faceva incetta di applausi sotto gli occhi di Cobolli Gigi e Lapo Elkann quasi a chiudere in maniera perfetta una settimana in cui è stato tirato in ballo mille volte: dalla consegna del Pallone d'Oro a Cannavaro alle pagine sui giornali comprate dalla Juve quasi per convincerlo a rimanere a Torino anche nella prossima stagione. Così, a inizio ripresa, il numero uno della Nazionale diceva no anche a Coppola e al suo sinistro a giro. La Juve soffriva, Boumsong e (soprattutto) Kovac si dimostravano tutt'altro che fulmini di guerra e per la prima volta in stagione anche Paro mostrava alcuni limiti dovendo giocare palla a ritmi più alti del solito. Appena il Genoa calava, però, la Juve metteva il naso fuori: De Rosa si addormentava, Bojinov gli rubava palla e per poco non batteva Barasso. Si entrava poi nei cinque minuti-Nedved: prima un colpo di testa perentorio, poi una punizione guadagnata sulla sinistra e calciata con violenza inaudita. Palla all'incrocio dei pali opposto e Juve in vantaggio: durava poco però, perché Juric metteva ancora una volta in evidenza la lentezza della difesa bianconera bucandola sul centrodestra. Erano fuochi d'artificio continui e Nedved veniva anche espulso. Altri gol, però, non ne arrivavano.