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Osvaldo mette paura ai bianconeri ma poi si sveglia il bulgaro e Deschamps sorride

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Zeman denuncia: «Tifosi incivili e Agricola alla fine mi ha sfottuto»

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Al cospetto di una Juve dormiente, hanno pensato bene di portare in vantaggio il Lecce a inizio ripresa: fuga del primo sulla destra e tocco ravvicinato facile facile del secondo, appostato a centro area. Non lo dovevano fare, perché a quel punto la Juve si è svegliata e si è svegliato soprattutto Bojinov, il bulgaro che era stato irritante nel primo tempo e che da quel punto in avanti ha semplicemente armato il suo sinistro: pareggio quasi immediato dopo avere rubato palla a Juliano, raddoppio poco dopo con una pennellata su punizione. Alla fine 4-1 (gol anche di Palladino e De Ceglie) e altri tre punti per la Juve, che in casa ha vinto tutte e sei le partite finora disputate e che in totale vanta un bilancio di dieci vittorie e tre pareggi. La vetta della classifica è adesso a un solo punto: il tutto, ottenuto con un gruppo che ha saputo fare a meno, tra infortuni e squalifiche, di dodici giocatori. Il Lecce, penalizzato dall'espulsione di Diamoutene quando il risultato era ancora in parità, torna così a casa con nulla in mano se non la soddisfazione di avere incartato la Juve per un'ora di gioco. Già, perché in avvio i bianconeri avevano dato l'impressione di essere in vacanza: nessun cambio di ritmo, poche idee e per di più confuse. Il Lecce aveva così gioco facile nel bloccare Camoranesi e Nedved sugli esterni: il più pericoloso tra i padroni di casa si rivelava così Balzaretti, che dopo una manciata di minuti colpiva il palo con un bel destro dal limite. Poi calava la noia fino alla ripresa, con il pubblico che si divertiva a prendere di mira Zeman, il "grande nemico" di sempre. Che alla fine ha avuto parole dure per i tifosi bianconeri («Sono dei maleducati») e ha rivelato ai microfoni di Sky che il medico della Juve, Agricola, lo è andato a sfottere a fine gara («alla faccia del nuovo stile Juve»). Quando però sembrava che il colpo di scena fosse dietro l'angolo, la Juve si ridestava e Bojinov dava un doppio dispiacere al suo maestro Zeman: il Lecce non era più in grado di rialzarsi e, in dieci contro undici, subiva le folate bianconere diventate nel frattempo inarrestabili.

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