di ALESSANDRO AUSTINI LA ROMA sfida la Samp e la storia.

Se San Siro è un stato un tabù fino a due settimane fa, i precedenti dei giallorossi a «Marassi» non lasciano presagire scenari migliori per la gara di oggi: una vittoria sul campo della Samp manca dal 16 febbraio 97. È vero che nei quasi dieci anni trascorsi da quel successo per 1-2, firmato Balbo-Moriero, i doriani sono transitati per quattro stagioni in B (la retrocessione è arrivata proprio con Spalletti subentrato in panchina), ma è il computo generale delle sfide in terra ligure che preoccupa gli amanti delle statistiche: su 49 trasferte a Genova la Roma ne ha vinte appena 6. Ci riproverà oggi alle 15, a quattro giorni dalla battuta d'arresto di Donetsk che ha fatto dimenticare in fretta la goleada rifilata al Catania. Non gli è andata giù quella sconfitta al tecnico toscano. «La squadra non è stanca - assicura Spalletti - in Ucraina ho sbagliato io. Forse dovevo cambiare più giocatori tra campionato e Champions. Altrimenti mancano gli stimoli e passiamo da una partita buona a una molle. Anche le sostituzioni di Montella e Vucinic le ho fatte in ritardo». Un «mea culpa» in piena regola, a protezione di una squadra che non riesce a superare i problemi di natura psicologica. «Dobbiamo trovare continuità di risultati, crediamo nella nostra classifica e vogliamo mantenerla. Nelle situazioni difficili ci compattiamo e tiriamo fuori il meglio di noi». Spalletti distoglie le attenzioni dalla supersfida di stasera a Palermo: la Roma deve pensare solo alla Sampdoria, «altrimenti si va al manicomio. Noi da scudetto? L'Inter ha più possibilità e non va dimenticato il Palermo che ci sta ancora davanti». Nella settimana in cui la sfortuna ha stazionato stabilmente dalle parti di Trigoria, c'è spazio anche per una buona notizia: Chivu si è messo alle spalle all'infortunio al ginocchio e tornerà titolare al fianco di Mexes. De Rossi ha accusato un principio d'influenza ma giocherà. Non ce l'ha fatta, invece, Tonetto e toccherà nuovamente a Panucci presidiare la corsia sinistra, con Cassetti. Per il resto sarà la Roma titolare, ma praticamente senza panchina. Accanto a Spalletti si accomoderanno anche due Primavera: il difensore Polverini (classe '87) e il mediano Palermo ('88). Gli unici due rincalzi «veri» saranno Montella e Vucinic. Il montenegrino potrebbe essere l'unica mossa a sorpresa del tecnico, qualora volesse mettere subito in pratica i propositi di turn-over annunciati ieri. «Lui può fare il centravanti perché è bravo anche di testa. È in grado di poter coprire le esigenze della squadra che è stata scelta così da me». Novellino ritrova Flachi dopo la squalifica per il calcio-scommesse. «Ma bisogna vedere - dice Spalletti - se giocherà perché Quagliarella sta benissimo. La Samp presto entrerà tra le protagoniste del campionato. Loro sono una squadra fisica con caratteristiche che a noi danno fastidio». L'allenatore giallorosso sorvola sia sul rinnovo («ne ho già parlato troppo»), che sul presunto coinvolgimento di Mancini nel caso Gea: «Preferisco stare zitto, altrimenti vengo interpretato male». Di chiacchiere ce ne sono già state abbastanza, vedi le polemiche create dal Catania, «perché la Roma crea invidie». Ma ora c'è bisogno di tornare ai fatti.