Lo spot
E lo ha fatto (sarà un caso?), proprio in una gara non proibitiva come quella giocata l'altra sera all'Olimpiyskiy di Donetsk contro gli ucraini. È il complesso della superiorità che manda i giallorossi di Spalletti in tilt mentale. Anche contro lo Shakhtar la Roma ha rinunciato a giocare, dimostrando di aver tutt'altro che messo alle spalle quel problema di approccio palesato nel «trittico» Reggina-Chievo-Ascoli (due punti in tre gare). E stavolta non c'era la querelle ritiri ad assolvere o colpevolizzare la squadra. La Roma ha sbagliato la partita e basta, forse perché avere due risultati su tre a disposizione non fa bene a chi, come i giallorossi, devono fare dell'attenzione principio irrinunciabile. Così la partita contro il Valencia diventa crocevia inevitabile per continuare a camminare nell'Europa che conta, sperando che stavolta «il punto che basta» non sia un freno ma semmai un aiuto in più. Cinque giorni dopo ci sarà il derby e arrivarci con un'eliminazione dalla Champions sulle spalle, non sarebbe davvero la carica migliore per affrontare una stracittadina che si preannuncia all'ultimo sangue. Tiz