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Thorpe si ritira a 24 anni

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Diciannove anni di piscina hanno fatto capire all'atleta di Sydney che è arrivato il momento di vivere una vita anche al di fuori del nuoto. Lo "squalo", che cominciò a gareggiare a 5 anni e lanciò la moda del costume a tuta, esce dall'acqua. Perchè, all'età di 24 anni, non ha più fame di vittorie, dopo cinque ori olimpici e undici titoli mondiali che ne hanno fatto il fenomeno del nuoto del nuovo millennio. E non lo stimola più neanche l'idea di diventare il primo nuotatore nella storia delle Olimpiadi a vincere una medaglia d'oro in tre diverse edizioni dei Giochi. A Pechino non ci saranno nuove imprese da aggiungere a quelle di Sydney ed Atene. Era considerato un "cannibale del nuoto", l'australiano assurto a eroe nazionale di un paese dove lo sport è pane quotidiano: in realtà già da almeno un anno non sopportava più la pressione della gente, di coloro che gli facevano pesare la sua timidezza e arrivavano perfino a dargli del gay. L'acqua con il sapore di cloro un tempo gli faceva dimenticare tutto, poi ha capito, come gli ha ricordato anche oggi la grande Shane Gould (ritiratasi a soli 16 anni), che «c'è una vita intera da vivere al di fuori del nuoto». Così lascia a 24 anni, la stessa età che aveva Johnny Weissmuller, poi diventato Tarzan sugli schermi, quando vinse due ori olimpici ad Amsterdam nel 1928; o di Fernando Alonso quando, dodici mesi fa, è diventato il più giovane campione del mondo nella storia della Formula uno. A quell'età, poi, Johan Cruijff vinceva il Pallone d'Oro, nel 1971. Ma il nuoto è uno sport precoce, si arriva prima, forse troppo in fretta. E di strada, anzi di metri in acqua, la "torpedine" ne ha percorsa. Da 14enne faceva già parte della nazionale australiana, a 16 ancora da compiere arrivò il suo primo titolo mondiale. Ora smette in ritardo di due anni rispetto al suo modello Mark Spitz, che disse basta dopo Monaco '72, quando ne aveva 22. Thorpe ci ha messo un po' di più, poi ha fatto la scelta che gli sembrava più giusta, complice anche qualche malanno di troppo ed un'esperienza che, lo aveva raccontato lui, gli aveva fatto capire quali siano le priorità della vita e che «non bisogna sprecare il tempo»: l'11 settembre del 2001 era in vacanza a New York e si stava dirigendo verso le Torri Gemelle, quando il primo aereo dirottato dai terroristi si abbattè sul simbolo della Grande Mela. Se non si fosse mosso in ritardo rispetto all'orario previsto, la carriera di Thorpe sarebbe stata celebrata già da qualche anno, ma con la tristezza dei talenti perduti.

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