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di SIMONE VITTA UN punto, uno solo.

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Per centrare la qualificazione e continuare il cammino nell'Europa che conta, alla Roma basta un pareggio questa sera a Donetsk contro lo Shakthar di Lucescu: già battuto 4-0 nella partita d'andata a settembre. Non rischia il tecnico giallorosso che vuole chiudere il discorso già oggi per potersi poi dedicare, anima e corpo, al campionato: domenica la Roma è attesa dalla difficile trasferta di Genova contro la Samp. Non rischia dunque e mette dentro la Roma migliore, la stessa che ha travolto il Catania tre giorni addietro e che sta facendo vedere le cose migliori. Un solo cambio: dentro Mexes per Ferrari che tornerà in panchina. Spalletti manderà in campo la Roma migliore, pur sapendo che sarà tutt'altro che una partita facile. «No anzi — attacca il giallorosso — mi aspetto una gara difficile perché in quella d'andata ci misero in difficoltà per un'ora. Poi, grazie alla nostra continuità, abbiamo determinato un episodio positivo ed è cambiata la partita. Loro, cercheranno di fare la gara ma noi non dovremo stare lì attenti ad aspettare con la guardia bassa. Sanno attaccare, hanno qualità e noi dovremo fare quello che ormai riconosciamo meglio: recuperar palla e tentare di andare a fargli male il più possibile. Quindi, ci vorrà un'attenzione massima». È la sintesi dello Spalletti-pensiero, ancora una volta più preoccupato della Roma che non degli avversari. Il rischio è che dopo il 7-0 al Catania si possa sentire appagata. «È importante passare questo turno come squadra e come società. È una partita fondamentale per il nostro futuro, ci teniamo tutti e cercheremo di comportarci conseguentemente, senza dimenticarci delle insidie». E tra le insidie che girano attorno alla Roma, ci sono le polemiche animate dal presidente del Catania Pulvirenti al quale stavolta Spalletti risponde per le rime. «È stato abbastanza offensivo, non lo conosco e mi ricorderò di quello che ha detto. Gli potrei rispondere al suo stesso modo ma non ho nulla da dirgli. Tutto è nato dall'interpretazione del mio saluto a fine partita. Chi ha detto che sono andato a chiedere scusa ai giocatori del Catania? Ma quali scuse... Io sono andato a salutare gli avversari come faccio sempre. Non mi devo scusare di niente, penso che il comportamento dei miei calciatori sia stato molto rispettoso. Lo Monaco? Lo conosco bene. Gli ho telefonato e gli ho detto direttamente quello che gli dovevo dire, mentre lui invece lo ha fatto tramite una tv». Altro argomento, altra querelle: Totti-Donadoni. La Roma ora vince e inizia far paura: sarà un caso che queste polemiche scoppino proprio ora? «Sì, secondo me non sono organizzate — spiega Spalletti — non voglio pensare che ci siano cose organizzate sempre per creare problemi. Mi sembra che la squadra sia in sintonia, la vedo ulteriormente cresciuta e preparata a superare anche questi problemi». Già, e la cosa può essere anche una carica in più per la squadra. «Si riesce ad alzare la personalità della squadra, a compattare il gruppo e dei segnali da questa squadra sono già stati mandati: non si lascia innervosire facilmente, reagisce col gioco e ho visto singoli comportamenti positivi in questo senso». E i comportamenti della Roma possono farle far strada anche in Champions. «Ci eravamo avvicinati a questa competizione, volendo mettere in mostra le nostre qualità. Siamo dentro a questa competizione, con tutte le carte in regola e vogliamo proseguire in questa direzione. Totti? La sua condizione è migliorata notevolmente, cercando di farlo giocare anche quando aveva qualche problema. Io credo, in base a una mia impostazione di lavoro, che si possa migliorare sempre e soprattutto che possa farlo un giocatore con le sue qualità». Chiude rapido sul discoro nazionale. «Credo siano d'accordo, si sono parlati e quando si è deciso con l'allenatore non vedo perché tutti ci vogliano mettere il naso in questa questione. Totti ha problemi che tutti sanno e di queste difficoltà ha parlato con Donadoni». Nell'altra

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