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di FABRIZIO MARCHETTI SETTE punti in tre gare, dieci gol all'attivo e solo due al passivo, agganciata, ...

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Il momento-Lazio si specchia nei numeri. E in un modulo che ha cambiato volto alla squadra, capace di incantare anche a Messina dopo la cinquina rifilata all'Udinese. Ora l'Europa è lì a portata di mano e la Champions un sogno neanche troppo recondito. Niente proclami, ma basta registrare le orgogliose dichiarazioni arrivate dopo il poker calato a Messina per intuire che ci credono tutti alla possibilità che il quarto posto diventi una splendidà realtà. In fondo il Milan non ingrana e la Fiorentina è distante anni luce e chi sta davanti, leggi Livorno, ha un potenziale certamente inferiore rispetto a quello biancoceleste. Senza dimenticare il diktat societario, che ha sempre parlato di una squadra potenzialmente in grado di «ottenere un risultato più decoroso di quello della scorsa stagione», che tradotto in soldoni vuol dire meglio dell'Uefa. La prova del nove è legata al calendario: da domenica prossima a Natale sei giornate cariche di significato e di insidie. Un modo diretto per testare le ambizioni della squadra. Domenica arriva l'Ascoli all'Olimpico, poi trasferta a Firenze contro l'ex Liverani, quindi l'atteso derby e subito dopo missione a Livorno contro l'attuale quarta forza del campionato. Turno infrasettimanale il 20 dicembre che sa di vernissage contro l'Inter all'Olimpico, poi chiusura alla vigilia delle festività a Parma. Un ciclo terribile, da far tremare i polsi. Rossi rimane in silenzio, preferisce parlare con il lavoro. E si gode i complimenti per la nuova Lazio che fa scintille. Merito del modulo, il parere unanime. Rossi ci pensava da un po', perché a studiare le caratteristiche della rosa, ci stava bene quel «rombo» a supporto delle punte. Ha proseguito sul filone chiamato 4-4-2 per non depauperare il patrimonio costruito, con profitto, nella scorsa stagione. Ci ha provato, poi dopo il deludente filotto di cinque gare con tre soli punti all'attivo e con una evidente carenza di esterni da affrontare, ha virato. Ha deciso di affrancare Ledesma da compiti di rifinitura e di trasferire l'onere sulle spalle di Mauri, per l'occasione traghettato da sinistra a un ruolo di assist-man. Mai mossa fu più azzeccata: cinque reti all'Udinese, quattro al Messina, sei punti d'oro per sognare l'Europa che conta. E lui, l'artefice principale del risveglio biancoceleste, ha recitato da protagonista il nuovo copione: quattro gol personali e lo scettro parziale di capocannoniere della squadra in condominio con Rocchi (con 5 centri all'attivo), un assist al bacio proprio per l'immaliconito bomber, a corto di munizioni, nella sfida con i friulani, da sommare a un movimento perpetuo a supporto delle ambizioni biancocelesti. Radio-mercato ora sussurra anche di un interessamento dell'Inter. «Mi riesce tutto in questo momento», enfatizza il numero 11, che ha ricevuto i complimenti dei compagni e di Delio Rossi sul pullman che riportava la squadra da Messina a Catania. «Per me può migliorare ancora», e a sentirlo non si fa fatica a credergli. Intanto aspetta Behrami, che dovrebbe tornare tra i convocati nella sfida con l'Ascoli. Baronio chiede spazio al posto dello squalificato Ledesma, Belleri si candida come vice-Oddo. E Rocchi cura il problema al ginocchio che l'ha costretto al forfait nella vittoriosa trasferta di Messina. Capitolo-società: ieri è stata depositata l'istanza di sollecito per il dissequestro del 14,6% bloccato dalla Guardia di Finanza lo scorso 3 novembre. Oggi Lazio Events attende una risposta, certa del fatto che i presupposti che hanno portato al congelamento della quota siano decaduti. Da due settimane l'istanza giace sul tavolo del pm Laura Pedio. Oggi si attende una risposta definitiva. «Se ci sarà una risposta positiva, allora si procederà finalmente con l'Opa. Se invece sarà negativa a quel punto ci rivolgeremo al Tribunale della Libertà», fa sapere l'avvocato Gentile. Infine, sempre per oggi, è atteso un segnale dalla Consob per la sospensione dei termini per il lancio dell'Opa.

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