Grandangolo
Ma ritornando in Sicilia dopo lo sfratto del 27 agosto dalla Coppa Italia bisognerebbe trovare efficaci esorcismi visto che nell'attuale campionato i biancocelesti hanno già accumulato due sconfitte contro il Palermo, a Roma, e davanti al Catania sul neutro di Lecce, forse la peggiore partita memorizzata nella gestione Rossi. Pare inutile dare la precedenza ai sentimentalismi legati alla presenza di Giordano, mitico ex costretto ancora una volta ad affrancarsi dalla casa madre, per rafforzare gelidamente il boom dei peloritani, che hanno preso a volare alto e vantano 6 punti in più rispetto al 2005/2006. Pare pure superfluo spiegare ai più giovani la bravura del trasteverino, idolo della lazialità dal 1969 al 1985, prima di immaginare l'imminente sfida nella specializzazione fra il sorprendente capocannoniere Riganò e Rocchi. Qui bisogna trovare prosaicamente il giusto assestamento, senza illudersi troppo per la cinquina rifilata all'Udinese o rattristarsi oltre misura causa prestazioni d'improvviso insulse. Evaporate 11 giornate la Lazio non ha ancora capito se può addirittura puntare al quarto posto o rassegnarsi a zone meno nobili proprio in virtù di un rendimento spesso contraddittorio. Stavolta comunque proviene da un orientamento tattico che verrà confermato in pieno, cioè Mauri trequartista e Ledesma davanti alla difesa, con Mutarelli e Firmani ai lati del rombo. Si tratta di ottenere soddisfazione da una controprova decisiva. E chissà se ai padroni di casa toccherà in sorte di farsi rimontare per la settima volta. Certo, quelli di Formello preferirebbero una domenica meno movimentata, magari riproducendo le meraviglie che hanno mortificato Galeone. È chiara ad ognuno la delicatezza del momento e la necessità di non buttare via subito l'euforia appena agguantata, visto che sussistono pochissime rivali potenzialmente attrezzate come il club di Lotito per proiettarsi verso i preliminari di Champions League. Ecco dunque la partita spartiacque, l'appuntamento della svolta cui dovrà prestare parecchia attenzione l'organizzazione difensiva e in particolare l'accoppiata dei centrali Cribari-Stendardo, cui spetta il compito di oscurare assaltatori arrivati a quota 15 reti, 9 dentro il Sanfilippo e 6 in trasferta. È la stessa produzione offensiva dei laziali, e il particolare rassoda la sensazione di un Messina che è andato oltre le più ottimistiche previsioni, con il radar dell'umile De Vezze, ventiseienne mezzofondista ora seguito dalle grandi capitali del pallone, mentre Oddo e compagni sono risultati intermittenti e hanno un punto in meno rispetto a un anno fa. Però Rossi pare convinto che il peggio sia alle spalle, anche se negli osservatori prevale il convincimento d'avvicinare una specie di agguato con Riganò sempre in cima ai veloci schemi dei padroni di casa e l'accoppiata Rocchi-Pandev in grado di eludere la trappola e capovolgere il pronostico. Molto dipenderà da eventuali congiure d'astri e dall'arbitro Ayroldi, conterraneo di Paparesta, ancora in attività nonostante i segreti scoperchiati davanti ai magistrati. Meglio credere all'hit-parade degli impallinatori.