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La designazione arbitrale è la madre della sudditanza

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Riempiamo le nostre squadre di stranieri ma vinciamo ugualmente il campionato del mondo, siamo appena usciti da uno scandalo di proporzioni nemmeno immaginabili in un paese civile ma continuiamo a considerare quello degli arbitri il nostro problema più grave e delicato. Mi era piaciuta la scelta di Gigi Agnolin ma ci sono rimasto male quando ho constatato che nelle designazioni si affidava al vecchio sistema delle categorie assegnando gli arbitri, che lui riteneva più bravi ed affidabili, le partite più difficili e comunque quelle considerate più importanti. Qui mi permetto di ribadire un concetto del quale sono convinto ma che trova pochi consensi nella maggior parte degli addetti ai lavori. In poche parole io riteno che Milan-Inter o, se preferite, Roma-Fiorentina sia tecnicamente più facile da arbitrare di Ascoli-Chievo. Questo perché i giocatori più bravi sono più facili da prevedere e, quindi, da arbitrare. Una partita di serie D è più complicata e più difficile ma è attraverso queste partite che gli arbitri si sono formati ed hanno fatto esperienza. È ovviamente vero che un arbitro che sbaglia una partita di cartello è messo in croce, se sbaglia una partita meno importante se la cava con un 4 in pagella ma non ottiene un titolo sui giornali. Prendiamo l'arbitro Pieri che ha combinato disastri in Atalanta-Milan. Con il sistema delle designazioni guidate è almeno improbabile che Pieri venga assegnato nei prossimi mesi per una partita del Milan, però continuerà ad arbitrare. Io penso che se un arbitro non può arbitrare una determinata partita o una determinata squadra non può arbitrare e basta. Questo per dire che la designazione è la madre naturale della sudditanza psicologica. Un arbitro che vuole fare carriera (cioè tutti) per quanto onesto e bravo cercherà di evitare situazioni che gli potrebbero impedire di arbitrare le squadre e le partite più importanti. L'anno scorso quando l'arbitro Trefoloni fu designato per il derby romano, Di Canio, ricordando presunti e precedenti torti subiti dalla Lazio da parte dello stesso arbitro, contestò quella designazione. Molto semplicemente io penso che se Trefoloni fosse stato sorteggiato e non designato Di Canio non avrebbe avuto alcun motivo per protestare. Del resto anche la recente designazione di Farina per il derby milanese è stata discussa in base a precedenti che la stampa si è messa immediatamente a cercare ed a pubblicare. Ed anche qui se Farina fosse stato sorteggiato non ci sasrebbero state polemiche e Farina avrebbe potuto arbitrare con maggiore tranquillità. A questo punto non credo che ci sia bisogno che io mi dichiari favorevole al sorteggio integrale. Aggiungo anche, pur sapendo che in una repubblica come la nostra fondata su tante cose ma soprattutto sul sospetto, questo comporterebbe difficoltà di vario genere, io sarei felice che un arbitro di Milano o di Roma potesse arbitrare Roma-Milan ma mi rendo conto che questo sarebbe troppo bello. Pare che dopo molte polemiche gli arbitri si siano messi d'accordo di affidarsi alla direzione di Cesare Gussoni. Forse mi sbaglio ma mi pare di ricordare che Gussoni a suo tempo era stato favorevole al sorteggio integrale. Mi piacerebbe lo ripristinasse. Per arbitrare le 110 partite giocate quest'anno in serie A sono stati utilizzati 29 arbitri, nessuno ha arbitrato più di cinque partite. È evidente che di arbitri ne basterebbero di meno (non più di 20) con rotazioni più frequenti e con risultati probabilmente migliori. Provare per credere.

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