di ALESSANDRO AUSTINI «DECIDO io».
Una polemica sterile e per certi versi incomprensibile, visto che Totti ha chiarito le sue intenzioni già nella notte trionfale di Berlino e da quel giorno non le ha cambiate di una virgola. «Deciderò se tornare in nazionale solo dopo aver tolto le viti dalla caviglia» ha ribadito mercoledì il capitano giallorosso. Al momento, l'intervento è previsto per maggio ma Totti sta pensando di sottoporsi all'operazione solo dopo aver appeso gli scarpini al chiodo: in questo modo eviterebbe un nuovo stop di due mesi. In ogni caso, i tempi dell'eventuale ritorno nel clan azzurro li stabilirà lui stesso, senza dar retta a chiacchiere e pressioni esterne. Ma a Donadoni non sta bene. Il ct vuole a tutti i costi dimostrare al mondo intero che è una decisione che gli spetta. E lo ha voluto precisare ancora al termine dell'inutile amichevole giocata giovedì a Bergamo contro la Turchia. «Ora basta con questa telenovela - spiega il ct - perché rischia di diventare stucchevole: se Totti verrà, bene, altrimenti abbiamo giocato indipendentemente da lui. E abbiamo fatto il nostro dovere. Continuate pure a farne un caso se volete, ma io, quando riterrò che sia pronto, lo chiamerò». Uno sfogo in piena regola anche se Donadoni prova a nascondere il suo malumore. «Non ho sassolini da togliermi dalle scarpe, cammino benissimo... ». Osservando le difficoltà espresse in campo dall'Italia non si direbbe. Con Totti la Nazionale «camminerebbe» sicuramente meglio. A questo punto il ct può anche decidere di chiamare prima di settembre il giallorosso che, in caso di rifiuto, rischierebbe una squalifica come accaduto in Francia a Makelele. Eventualità, però, esclusa dal commissario straordinario della Figc. «Il caso Totti? per me non esiste - assicura Pancalli - è una questione di rapporti tra Donadoni e Totti». Dalla Federazione fanno sapere che «la regola che vale è quella del buon senso». Sulla stessa lunghezza d'onda l'intervento da mediatore di Gigi Riva. «Quando il ragazzo sarà pronto, tornerà in Nazionale. Non c'è nessun caso e per lui un posto in azzurro si troverà». Anche Rosella Sensi prova a calmare le acque. «Totti può dare ancora tanto all'Italia - ammette l'ad della Roma - e quando starà bene con la caviglia credo che ci tornerà». Una speranza, niente più. Perché al momento il romanista continua ad inviare segnali di distacco. «Torno in Nazionale? No, torno a casa... » ha detto ieri mattina uscendo dal Campidoglio. Il giocatore è tranquillo e si gode il momento magico della Roma. Che in fondo, è la sua Nazionale. Spalletti preferisce tirarsi fuori dalla mischia. «È in crescita e la partita di San Siro lo dimostra. Ma è una sua scelta personale - dice l'allenatore - che rispetto». Non è dello stesso avviso il laziale Oddo, che getta altra benzina sul fuoco. «Dissi a suo tempo che quando uno lascia la Nazionale lo deve fare in modo definitivo. Ora deve decidere Totti. Nell'Italia siamo in tanti e le scelte del ct devono essere fatte pensando a chi in quel dato momento gioca meglio». C'è n'è abbastanza per scrivere un romanzo.