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Sfuma il sogno dell'Italvolley

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Le Azzurre cedono per 3-0 a Sokolova e compagne, senza dare mai la sensazione di poter cambiare l'inerzia della gara. Dopo otto vittorie, arriva la seconda sconfitta che ci proietta alla finale per il bronzo di questa mattina (ore 4 diretta RaiDue) contro quella Serbia Montenegro con cui perdemmo all'esordio iridato. Contro la corazzata russa, che l'italiano Giovanni Caprara ha riportato ad antichi fasti, le ragazze di Barbolini non disputano una gran partita; ma, al contrario, le avversarie offrono una prestazione di assoluto rilievo. E il primo a dare questo tipo di lettura del match è proprio il tecnico italiano: «La Russia ha giocato una partita quasi perfetta. Noi non siamo riusciti ad entrare in gara. C'è logicamente il rammarico che in semifinale potevamo difenderci meglio». E le azzurre gli fanno eco, a cominciare dal capitano Simona Rinieri-Dennis: «Loro hanno giocato alla grande, noi siamo riuscite ad opporci con efficacia soltanto nella prima metà del primo set». In effetti, ai primi strappi russi, le Azzurre reagiscono, portandosi 16 pari con un ace di Piccinini. Ma proprio dal servizio di Godina arriva il break decisivo: le nostre avversarie scappano 20-16 con una splendida Sokolova e con la ricezione italiana in affanno. Lo Bianco non può utilizzare i centrali e cediamo 25-19. Al rientro in campo la Russia piazza un parziale di 7-0: il gioco azzurro è più scontato e il loro muro diventa invalicabile. Anzanello mette giù il suo primo attacco sul 9-15, Gamova passa altissima. Sotto 20-10 Lo Bianco e compagne provano a reagire, ma proprio l'opposto di Caprara chiude 25-16. Barbolini prova a cambiare qualcosa, ma l'inerzia della partita è segnata. Allo 0-4 del terzo set rimediamo con un muro di Fiorin e un ace di Guiggi, ma non dura. La Russia di muri punto ne piazza 12 totali e si porta 18-13 in un attimo. Sokolova continua il suo show e un errore in attacco di Togut regala la finale alla Russia. Se in passato le due squadre avevano dato vita ad incontri tirati ed equilibrati fino all'ultima palla, ieri la differenza è apparsa abissale. Troppo forte il servizio russo, troppo leggero l'attacco azzurro, privato delle soluzioni dal centro. E attaccare solo dalle bande contro il muro di Merkulova, Borodakova o Godina, vuol dire condannarsi a passare poco. Se poi dall'altra parte della rete, la pur non trascendentale Akulova può servire Sokolova e Gamova, allora è notte fonda per chiunque. Che l'altezza e le capacità atletiche delle nostre avversarie ci avrebbero reso la vita durissima lo sapevamo, tuttavia, conoscendo il valore dell'Italia, era lecito attendersi una maggiore resistenza in difesa e qualche pallone in più toccato a muro. Ma siccome a giocarsi l'oro saranno Brasile e Russia, le ragazze devono archiviare la giornata e concentrarsi sulla finalina per il bronzo. E lo spirito sembra quello giusto, a cominciare da Massimo Barbolini: «Dobbiamo subito rialzare la testa e prepararci per la finale per il terzo posto. Per noi la medaglia di bronzo sarebbe un risultato di grosso valore». E, al di là della delusione, anche Elisa Togut ha ancora voglia di lottare: «Abbiamo preso una bella batosta, ma dobbiamo dimenticare subito questo brutto momento e ritrovare la serenità. La medaglia di bronzo è un traguardo importante». La stessa grinta che dimostra la giovane centrale Martina Guiggi: «Abbiamo una partita importante, vogliamo salire sul podio di questo Mondiale». Ma non sarà facile: Spasojevic, Nikolic e compagne hanno già dimostrato di essere clienti più che scomode. Nella gara d'esordio l'Italia non giocò da Italia, ma la Serbia fece un'ottima partita. Le Azzurre dovranno crescere in ricezione, permettendo a Lo Bianco di variare il gioco, ed avere maggiore continuità in servizio.

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