MENTRE la pausa delle Coppe consente di dedicare ogni attenzione alla fondamentale ...
Uscito praticamente di scena il Milan, che alla penalizzazione ha aggiunto del suo, fino ad annaspare nella parte bassa della classifica, si fanno da parte anche le intruse occasionali, alle quali nessuno, del resto, avrebbe comunque dedicato credito senza limiti. Corsa a tre, si è detto: e forse era facile ipotizzarlo fin dall'inizio, un andamento del genere, anche se i milanisti speravano comunque in un inserimento a sorpresa, quando Galliani non sospettava ancora di essere perseguitato dal Kgb. Corsa a handicap, al momento, per la Roma, quattro punti non sono molti quando si parla di tradizionali duelli e rincorse tra squadroni corazzati, rappresentano invece un margine non trascurabile per un organico ancora alla ricerca di una completezza che soltanto altre operazioni di mercato, a breve o lungo termine, dovrebbero assicurare. Delle tre, è la Roma a offrire il calcio più spettacolare: per capacità di manovra da tutti indiviata, è vero, ma anche per la presenza di personalità calcistiche di primo piano in tutti i reparti: dai centrali difensivi a quelli di metà campo, ma soprattutto a quell'unica punta, Totti, che sta riconquistando i suoi livelli, da nessuno imitabili nel panorama calcistico nazionale. Il Palermo ha superato i suoi problemi più seri, problemi difensivi però strettamente legati ad equilibri che il lavoro di Guidolin soltanto negli ultimi turni ha recuperato, fino a offrire un apprezzabile fluire del gioco e risorse offensive tradotte in cifre significative. Inevitabile che rimanga l'Inter la squadra più accreditata per uno scudetto un po' meno fasullo di quello esibito attualmente sulle maglie. Rimane però indecifrabile, come le era accaduto in passato quando doveva vedersela con rivali di elevatissimo livello. Le manca Cambiasso, elemento quasi insostituibile, però il Dacourt che ne ha preso il posto vanta il più alto livellio di rendimento nella formazione di Mancini. Che adesso può tornare a dedicarsi agli arbitri, dopo aver promesso il contrario, per difendere il suo buon Ibrahimovic, che continua a incontrare ostacoli sulla sua personale campagna volta a far pace con il cervello. Ma stavolta è giustificato, dice il tecnico: lo provocano continuamente. Già, pare che Coly gli abbia dato dello «sporco negro».