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Non bastano i 18 punti di Pez nel «Jaguar test match» al Flaminio

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Azzurri alla pari per un'ora, poi sorpasso dei vicecampioni del mondo di rugby

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Il match del Flaminio - solo sfiorato il tutto esaurito ma bellissima partecipazione di un pubblico giovane e appassionato - lascia negli occhi l'impressione di una squadra cui manca davvero poco per l'exploit definitivo. Nel saldo finale superiori le certezze positive rispetto ai dubbi e alle lacune ancora presenti. Anzitutto, ottima la mischia azzurra, con i primi cinque uomini all'altezza del gotha mondiale in mischia chiusa e nei raggruppamenti, considerate poi le assenze per infortunio di uomini come Perugini e Ongaro. Confortanti le prove di Lo Cicero, al rientro, e dell'altro pilone Castrogiovanni. Buona anche l'organizzazione difensiva, con una linea in grado di avanzare in pressione placcando con grande sicurezza i fenomeni australiani. Peccato per gli episodi in occasione della prima e della terza meta dei Wallabies, ma al cospetto di Larkham e soci un paio di smagliature possono essere accettate. Difficile da mandar giù la seconda marcatura dell'Australia quando un'Italia in vena di regali gestisce malissimo una touche ai 5 metri in difesa. Anziché puntare sul sicuro per Dellapè primo saltatore, si decide per un lancio più lungo su Parisse, qualcosa non funziona nel timing e il n.8 riesce solo a schiaffeggiare l'ovale che rotola a terra finendo tra i piedi di Sheperdson che, felice per il regalo, deve solo raccogliere e tuffarsi in meta. Era l'inizio del secondo tempo, periodo del match che sembra rappresentare una zona grigia per la psicologia del gruppo azzurro, anche ieri in vantaggio (15-13) all'halftime e sconfitto al termine come è spesso capitato nell'ultimo Sei Nazioni. In effetti gli azzurri erano partiti benissimo spinti dal superlativo lavoro del pack. Subito in crisi gli avanti australiani tanto da subire al 3' un giallo al tallonatore Cannon per una reazione nervosa su un raggruppamento vinto dagli azzurri. La superiorità numerica fruttava 9 punti ottenuti con i primi tre piazzati di Ramiro Pez, ieri poco intraprendente nelle giocate alla mano, autore di sei calci per tutti i 18 punti azzurri, ma anche in grado di fallire due piazzati da posizione favorevole che, alla fine, hanno pesato. Alla mezzora l'unico acuto del match per Larkham che, schierato primo centro, dopo un paio di fasi del pack giallo-oro infila una linea di corsa formidabile che taglia in due la linea azzurra. Off-load su Rogers e meta vicino ai pali. Al 36' un calcio piazzato di Mortlock sancisce il sorpasso 12-13, ma allo scadere un bel piazzato di Pez fissa lo score sul 15-13 all'intervallo. All'inizio della ripresa la citata meta di Sheperdson stordiva gli azzurri che accorciavano solo al 58' con l'ennesima punizione di Pez. Al 73' gli uomini di capitan Bortolami perdevano il controllo dell'ovale consentendo a Palu di piazzare un breack devastante che lanciava Mortlock in meta per il 18-25 finale. Tra gli azzurri brillante la prestazione di Stanojevic chiamato a sostituire Robertson all'ultimo momento.

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