L'osservatorio
Il calcio ridotto a birra e salsicce
Curioso e simpatico, l'incentivo offerto dalla Reggina per l'incontro con il Chievo, però minima la rispondenza. Comunque, sempre più significativa rispetto ai duemila scarsi che, nella dimensione di San Siro, hanno offerto lo stesso scenario di una partita a porte chiuse. Mercoledì, 15 mila benemeriti in due stadi, Genova e Trieste, cinquemila in tutto nei quattro impianti rimanenti. Fin troppo facile prevedere il clamoroso flop di questi ottavi di Coppa Italia, che mamma Rai compra a nostre spese per oscurarli. Ma chi ricorda i ricorrenti disastri della Lega Calcio nel gestire la seconda competizione nazionale, deve meditare anche su un dato di fatto: non è un'istituzione astratta, questa Lega, bensì l'espressione dei club e dei loro dirigenti, tutti responsabili di un fallimento totale. Quasi automatico che la parentesi agonistica di metà settimana facesse riscontrare un tasso elevato di disinteresse totale e che l'attenzione fosse da giorni già rivolta all'avvenimento più atteso del weekend, l'anticipo di San Siro. A quello indubbiamente pensava la Roma, anche se ha mandato al Nereo Rocco un buon numero di titolari, rispetto alle attese. Però nonostante la vittoria si è verificato quanto era ampiamente prevedibile: che brillasse cioè chi gioca abitualmente pochino, su tutti Vincenzino Montella che ha confermato la sua vocazione al ruolo di prima punta, ma anche Vucinic avviato alla riptesa. Gli altri, quelli sicuri del posto nelle occasioni che davvero contano, hanno svolto il compitino con limitata diligenza e buona volontà ridotta al minimo indispensabile, badando bene a salvaguardare le gambe, ma anche a riservare la tensione psicologica alla sfida di domani sera. Una sfida sulla quale si sta tentando di spargere veleno a piene mani, come se all'ambizioso Milan attualmente spelacchiato non bastassero, nel confronto con la Roma, i venti anni di inviolabilità del suo campo e un organico che, nonostante le più recenti disavventure, è ancora molto più sontuoso di quello che Spalletti deve gestire augurandosi di non dover ricorrere alle seconde linee se non in casi di autentica emergenza. Pare che in Lombardia, attraverso le emittenti locali, sia in atto una caccia alle streghe, l'alleanza Rosella Sensi-Matarrese per far del male a un povero Diavolo. Che povero non è mai stato, che per stagioni e stagioni ha condiviso con la Juventus il potere, gestito attraverso canali non sempre limpidi, e che adesso si scopre d'improvviso vittima di una torbida congiura. Dovrà essere, quella di domani, soltanto una partita tra due squadre capaci di dare spettacolo, si spera con una interpretazione arbitrale che non lasci ombre. Ma parlare di persecuzione quando invece di retrocedere si sta giocando la Champions, significa che la parola vergogna è sparita dal dizionario.