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di DOMENICO LATAGLIATA LA SORPRESA Marchisio, classe 1986 e talento purissimo.

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Ma anche l'orgoglio del Napoli e la rete di Bogliacino che permette ai padroni di casa di rimontare i bianconeri e di chiudere il match sull'1-1. Giusto così, alla fine: perché la Juve più rimaneggiata della stagione (assenti in sette, più l'infortunato Legrottaglie nel corso della partita) non meritava di perdere e perché nel finale il Napoli ha dimenticato tutte le sue paure scoprendo di poter creare qualche grattacapo anche a Sua Maestà la Juventus. Ti aspetti subito un Napoli arrembante, intenzionato a mettere pressione sui bimbi della Juventus: in realtà i bianconeri non si scompongono nonostante la spina dorsale della squadra sia un inno all'emergenza prevedendo Chiellini e Legrottaglie in difesa, Marchisio e Paro in mezzo al campo. La personalità però non si compra al supermercato ed evidentemente gli uomini di Deschamps ne sono dotati a prescindere, come direbbe Totò. Così, la prima mezzora scivola via senza troppi patemi né occasioni clamorose: un paio di numeri di Del Piero sulla sinistra, uno Zalayeta anticipato un paio di volte prima di colpire di testa da un lato, qualche sprazzo di Grava e Bogliancino dall'altro. Tutto sommato, però, Buffon e Iezzo dormono sonni abbastanza tranquilli e i 65.000 del San Paolo se la prendono più che altro con Montervino, bersaglio designato di una contestazione rivolta in realtà a tutto il Napoli e a Reja in particolare. La palla-gol più limpida della prima frazione capita così sulla testa di Camoranesi appena dopo la mezzora: corner di Del Piero, Iezzo anticipato e palla fuori di poco. Per l'oriundo italo-argentino, che aveva Maradona come idolo assoluto, si sarebbe trattato di un trionfo personale nello stadio che vide Re Diego esprimersi ai massimi livelli. Con la crescita del ventenne Marchisio, alla seconda partita consecutiva dal primo minuto dopo quella di metà settimana con il Brescia, la Juve si affaccia più spesso dalle parti di Iezzo: il Napoli rincula e soffre, anche perché Calaiò e Bucchi non riescono a far salire la squadra e il pallino resta spesso e volentieri tra i piedi degli ospiti. Nulla di che, insomma, nel primo tempo: meglio però la Juve in considerazione dell'emergenza cui deve far fronte. Reja prova a metterla sul fisico: Sosa per Bucchi e via a fare sportellate sulla palle alte. E' però ancora Marchisio a illuminare la scena: Del Piero prova il tiro a giro, Iezzo però c'è. Quando si fa male Legrottaglie (spalla sinistra) su un'azione da gioco fermo che avrebbe anche potuto portare l'arbitro Rizzoli a fischiare un rigore in favore dei bianconeri, Deschamps pesca ancora tra i suoi giovani: dentro De Ceglie, Birindelli centrale e Balzaretti spostato a destra. Sembra quasi una prova di forza da parte della Juve: senza più di metà squadra, uscire imbattuta dal San Paolo avrebbe il sapore della missione impossibile. Non basta nemmeno quello però, perché la Juve vuole di più e lo trova sull'asse Marchisio-Del Piero: il capitano si procura una punizione dal limite e la trasforma con maestria assoluta. Gli ultimi venti minuti sono fuochi d'artificio: Sosa costringe Buffon a una paratona, Reja capisce di non poter fare a meno di De Zerbi, la Juve si chiude e fa quel che può fino a quando Bogliacino buca il numero uno della Juve con un sinistro ravvicinato. Nel pandemonio finale, fallacci su Del Piero e poco altro.

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