L'osservatorio
Inter sempre salda in testa dopo la rocambolesca vittoria nel derby, Roma sempre a quattro punti ritrovando la vittoria, ma la notizia riguarda la virtuale uscita di scena del Milan, sceso a quattordici punti dalla vetta, dopo la doccia gelida del mancato sconto, la grandine della goleada del Meazza, impreziosita dalla immancabile amenità di Stefano Farina, il cui trasferimento a Roma ha rallegrato le due squadre capitoline che non rischiano di trovarselo tra i piedi. E oggi tocca al Palermo farsi sentire. Ci voleva il Friuli di Udine, negli ultimi tempi diventato una sorta di amuleto per i colori giallorossi anche nei momenti difficili. La vittoria che consente alla Roma di stazionare ancora nelle zone nobili della classifica non è figlia di un'improvvisa resurrezione dopo i passi falsi a seguire, tra Reggio e i due stentati pareggi all'Olimpico, è stata soltanto una tappa più produttiva delle altre, senza cancellare i problemi di fondo. Problemi legati soprattutto alla ricorrente indisponibilità degli esterni di ruolo, due giovanissimi come Rosi e Virga alternati sulla fascia destra, nel finale spazio anche per una terza creatura, quel Faty che sembra già disporre di un'ammirevole personalità. Ma il ritrorno al successo testimonia ancora una volta come la Roma migliore sia quella schierata a una sola punta, quella Roma che Spalletti aveva dovuto inventare nella stagione scorsa e che si era rivelata tanto valida da centrare una serie-record indimenticabile. Una formula che ha una sua validità anche senza un Totti al cento per cento, perché in quella posizione il capitano può comunque offrire un apporto molto importante. E peccato che manchi ancora il guizzo conclusivo di altri tempi, altrimenti De Sanctis non sarebbe stato graziato sul quell'incursione profonda ispirata da Chivu, che pure sulla non più prediletta fascia sinistra qualche disagio lo aveva denunciato. Spalletti ha potuto fare affidamento su un sempre monumentale Daniele De Rossi, mentre non ha avuto un buon impatto con il suo vecchio palcoscenico David Pizarro: troppi i passaggi sbagliati, ma soprattutto pericolosi perché lanciavano puntualmente la controffensiva dei friulani. Decisamente troppo fallosi, questi ultimi (mai visto Bertini fischiare tanto), e particolarmente sgradevoli i soliti atteggiamenti demenziali dai quali Pinzi si lascia contagiare quando si trova di fronte i colori giallorossi. Per tornare alla manovra romanista, molto più scorrevole rispetto a quando Spalletti aveva fatto ricorso alle due punte, non va dimenticatro che stavolta mancava l'uomo-chiave di questa soluzione tattica, cioè Simone Perrotta. E dunque questa vittoria esterna va salutata soprattutto come un buon viatico per la sfida di martedì sera all'Olimpico, quando di fronte ai greci la Roma dovrà cercare la certezza del passaporto per la seconda fase della Champions League. Nella speranza di recuperare, in questi giorni, qualcuno degli acciaccati l'assenza dei quali si fa sentire.