Il commento

È la sentenza emessa dal Friuli, dove ci ha pensato Ferrari a salvare la Roma e riportare i giallorossi sul binario giusto con tre punti che fanno classifica e morale. Proprio quel Ferrari cacciato con ignomia qualche anno addietro e criticato da molti per l'ammissione, sincera, sulle sue frequenze sessuali (anche quattro volte al giorno). Proprio lui ha dato la spallata che mancava a una Roma fin lì confusa, con poche idee e con troppi elementi fuori ruolo e sotto tono. Impossibile chiedere ad Aquilani di fare il Perrotta e difficile assistere impassibili a Pizarro che sbaglia sei passaggi di fila. Il cileno tra le prime firme giallorosse è quello che stona di più, dimostrando di faticare a reinserirsi nei movimenti della Roma dopo la parentesi famigliare in Patria. Sbatte contro De Rossi e più che aiutare il centrocampista azzurro, a volte gli è quasi d'intralcio. Malino Rosi prima dell'infortunio, meglio Virga che Spalletti è costretto a metter dentro per quel male oscuro che attanaglia ultimamente gli esterni della Roma. Sono tutti giocatori di fascia infatti, gli inquilini dell'infermeria giallorossa: cosa non da poco per Spalletti che fa del gioco sull'esterno una delle sue carte vincenti. Ma è la manovra nel suo insieme che sembra esser diventata improvvisamente prevedibile e la Roma, soprattutto nella prima parte di gara, è pericolosa solo sui calci piazzati di un capitan Totti tornato a livelli accettabili e nelle incursioni volanti di Panucci & Co.. Molto meglio nella ripresa soprattutto dopo il gol di Ferrari che sblocca la testa dei giallorossi, gli consente di giocare in scioltezza e con la nota velocità. Quella è la Roma migliore e Spalletti intravede qualche raggio di sole. Ed è già ora di Champions martedì arriverà l'Olympiacos e servirà la Roma migliore per mettere al sicuro una qualificazione che scaccerebbe una volta per tutti i fantasmi sul cielo di Trigoria e la «crisettina reversibile» innescata dalla querelle sui ritiri. Inutili, come le critiche sul sesso... che fa bene, da sempre.