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di FRANCO MELLI QUASI un triplo salto in alto da otto punti: adesso che la Lazio affianca in classifica ...

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In ogni caso attendiamo con impazienza i benefici effetti del maxisconto, propellente di spinta che non può non rigenerare gli assaltatori biancocelesti chiamati oggi a scavalcare la sorprendente Reggina di Walter Mazzarri, organizzazione tosta nonostante le assenze Tedesco e Lanzaro (squalificati), oltre a Giosa e al formidabile centrocampista Leon, indisponibili causa acciacchi vari. Ma perfino i superstiti, aiutati dal copione del loro allenatore, potrebbero arruffare dentro l'Olimpico padroni di casa ancora involuti e intorpiditi come nelle ultime prestazioni. Difatti i calabresi, cinque punti in più rispetto alla scorsa stagione, in attesa dell'alleggerimento di pena previsto nei prossimi giorni, meravigliano per la capacità di giocare senza palla e d'infilarsi negli spazi sguarniti, con particolare pericolosità lungo le corsie esterne dove furoreggia Mesto. Che fra i suoi meriti vanta addirittura il boom dell'accoppiata Bianchi e Amoruso, che stanno spopolando da gemelli del gol già arrivati insieme a quota otto reti. Tutto ciò significa che sta arrivando per quelli di Formello un impegno parecchio complicato e dunque servirà ottenere da ognuno di loro il massimo impegno per centrare l'obiettivo. Senza dimenticare i valori aggiunti rappresentati dai rispettivi tecnici, sfida nella sfida fra due innovatori attenti addirittura ai minimi particolari e bravi nel ricostruire atleti apparentemente finiti. Tuttavia non vorremmo che Mazzarri, abile al punto da trasformare Amoruso in seconda punta, prescindendo da altre trovate decisive, risultasse in questi periodi più ispirato del collega di Rimini, disturbato nello spogliatoio dai malumori di Inzaghi, Quadri, Bonetto, Firmani e Cribari, comunque ripescato per sostituire Stendardo. Delio Rossi è bravo e noi stessi gli abbiamo riservato elogi continuati ed eccessivi dal momento in cui ha cominciato la sua avventura alle dipendenze di Lotito. Ciò non ci vieta di restare perplessi mentre insiste per esempio sull'evanescente Manfredini o non trova provvisorie alternative agli irriconoscibili Zauri e Mauri, negando qualsiasi opportunità d'emergere ai rincalzi. E Simone Inzaghi? Non andava rilanciato accanto a Rocchi approfittando della squalifica di Pandev? Invece verrà presentato il monumentale Tare, discreto a Genova e forse troppo lento e prevedibile nei movimenti d'area per approfittare della peggiore difesa di serie A (14 gol subiti!) spesso spalancata davanti a Pelizzoli. Non ci illudiamo quindi oltre misura sui miracoli psicologici derivati dall'Arbitrato ricordando quanto fatichi in genere la Lazio, due gol appena realizzati negli impegni interni, a bucare le difese avversarie. Molto più pericolosi e in crescita evidente finora i bomber dell'opposizione, come sanno bene la Roma, castigata da una prodezza di Amoruso, e il Parma, impallinato anche dal vice capocannoniere, cinque realizzazioni, Rolando Bianchi, rinato sullo Stretto dopo un gravissimo infortunio. Ecco: tira proprio aria di sfida accidentata sui saliscendi della quale i laziali dovranno amministrarsi senza sbilanciamenti indigesti per Peruzzi. Per capitalizzare subito l'insperata fortuna dei sette punti in graduatoria. Per esorcizzare qualsiasi cattivo presentimento, compreso quello che scaturisce dall'amarcord del 23 gennaio 2003, quando Bonazzoli consentì alla Reggina di fare bottino pieno sotto le pendici di Monte Mario. Adesso la gente ci crede e molti danno la sensazione d'essere meglio disposti verso don Claudio, gestore troppo contestato. Adesso urge voltare pagina.

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