Voglia di riscatto
Non si nasconde Spalletti alla vigilia del match che vedrà questo pomeriggio (Sky Calcio 2 ore 18) la Roma affrontare al Friuli l'Udinese di Galeone. Due punti nelle ultime tre partite contro Reggina, Chievo e Ascoli hanno confermato il momento «no» della Roma di Spalletti che già nel gioco espresso aveva mostrato notevoli passi indietro. Ma involuzione tecnica a parte, Spalletti ha dovuto difendersi anche dalle bacchettate della dirigenza e dalla querelle innescata con l'abolizione del ritiro. «Il messaggio della Sensi? Diretto soprattutto a me» spiega sereno Spalletti tornando sullo sfogo dell'ad giallorosso dopo il pari con l'Ascoli. «Quando parla dei giocatori parla anche di me — entra nel dettaglio — ed è giusto, non va fatto un distinguo. Quello che fanno i giocatori dipende dalla mia conduzione quindi il suo messaggio era diretto soprattutto a me. La proprietà ha sempre la possibilità di esprimersi e da parte nostra non va mai commentata. A me sembra che i giocatori si siano impegnati ma dobbiamo e possiamo fare molto di più. Su quello la società ha ragione». Ma a volte volerlo non basta e Spalletti se la prende anche con la malasorte. «È un momentaccio - continua il tecnico - uno di quelli in cui ti accorgi che tanto anche se arrivi lì il pallone non entra. L'evidenza di tutto è il rigore di Totti. Il modulo? Con le due punte dobbiamo migliorare ma se Totti è quello del secondo tempo le due punte le regge. Siamo in credito dal punto vista degli arbitri ma non dobbiamo parlarne». Ma dopo la bufera oggi è arrivato il sereno e la società sembra pronta a rinnovare il contratto del tecnico toscano attorno al quale dovrebbe nascere la Roma del futuro. E Spalletti sembra pronto a mettere l'ambita firma in calce all'accordo che lo legherà a Roma per il prossimo lustro. «È un grande piacere e una dimostrazione di stima. Fra me e la società non c'è nessun problema, con la Sensi mi sento al telefono e per rinnovare io non ho problemi». Sul fronte ritiro Spalletti comunque continua sulla sua strada anche se non è da escludere un ritorno al passato per l'imminente impegno di Champions League martedì contro l'Olympiacos all'Olimpico. «Abbiamo trovato accordi con i giocatori e non credo che la cosa abbia influito sulle prestazioni. Mi ricordo quando giocavo e a me il ritiro creava solo tensione. La società non era d'accordo ma cambiare subito avrebbe significato non essere coerenti e non dare fiducia ai giocatori. Abbiamo a che fare con persone serie e, nonostante fosse contraria, la società mi ha lasciato fare. Forse da parte mia c'è stato un eccesso di confidenza ma è tutto sotto controllo». Già, e la risposta migliore potrebbe arrivare proprio questo pomeriggio da Udine. Spalletti si ritrova con una squadra in piena emergenza e con il forfait in extremis anche di Perrotta. E forse anche per questo il tecnico esclude la più volte ipotizzata difesa a tre. «Non si può fare contro l'Udinese, perché loro hanno un ben riconoscibile gioco a tre punte. Più probabile invece l'utilizzo di Chivu a sinistra. Sono una buona squadra, la società ha mantenuto pilastri importanti come Iaquinta, Pinzi e De Sanctis e in più il gruppo si è ringiovanito». E proprio a proposito di dati anagrafici da segnalare la partita numero 344 in giallorosso di capitan Totti che raggiunge così Santarini quale secondo romanista di sempre dietro Losi a quota 386. Per Panucci quella del Friuli sarà invece la trecentesima partita in serie A.