Il male oscuro della Roma
E quella da rimonta. La seconda sembra aver colpito la Roma di Spalletti. Da quando il tecnico siede sulla panchina giallorossa, la squadra non riesce più a ribaltare le situazioni di svantaggio. Una volta su quindici. È questo il misero bottino di rimonte portate a termine dalla Roma nel campionato scorso e nello scorcio iniziale di quello attuale. 8 febbraio 2006. Quel giorno Totti e co. hanno affrontato sul neutro di Rieti il Cagliari. Sardi in vantaggio 0-2 al termine del primo tempo e 2-3 fino all' 81', quando l'arbitro Girardi fischiò il primo dei due rigori (generosi) che consentirono alla Roma di portarsi sul 4-3 e proseguire dritti verso il record. In altre cinque partite in cui è finita sotto la squadra è riuscita quantomeno a portare a casa un punto. Preziosi i pareggi con Juventus e Fiorentina, inutili quelli con Chievo (due volte) e Ascoli. Sono proprio le ultime due gare giocate in campionato, assieme a quella di Reggio Calabria, a confermare che si tratta di un limite e non di una casualità. Quando la Roma va in svantaggio sembra dimenticare le proprie qualità e si fa contagiare dalla smania del reucupero. Un problema di testa quindi. Ma anche tattico: quando gli avversari si chiudono servirebbe un ariete lì davanti che possa catturare palloni e aprire spazi ai compagni. Un attaccante così Spalletti non lo ha mai avuto e i risultati si vedono. Il tecnico è ancora alla ricerca dell'assetto base della sua nuova Roma. Nella scorsa stagione sembrava averlo trovato nel 4-2-3-1. Quest'anno, invece, gli esperimenti tattici continuano e le certezze sono poche, complici anche gli infortuni che hanno colpito la rosa proprio nel ruolo in cui è più scoperta. Senza esterni la squadra perde soluzioni offensive e finisce spesso per smarrire le idee. E Spalletti è sempre costretto ad inventare soluzioni di ripiego. L'impressione avuta nella partita di martedì è che la manovra sia più fluida quando sia Pizarro che De Rossi hanno spazio di azione: con l'Ascoli erano molto vicini tra loro ed entrambi hanno giocato al di sotto del loro rendimento standard. Il tecnico dovrà quindi trovare il modo di schierarli assieme senza che i due si annullino a vicenda. Il tutto in un'aria che si è fatta gradualmente pesante. Le schermaglie con la società sul ritiro, il duro rimprovero della Sensi alla squadra e i risultati che non arrivano. Elementi che hanno minato un clima che fino a pochi giorni fa era molto più sereno. Al termine della partita con l'Ascoli l'ad ha avuto un duro confronto con il tecnico e Bruno Conti. Ai vertici societari non è piaciuta la gestione di alcune situazioni. Tradotto: dopo il mezzo passo falso col Chievo ritenevano opportuno ripristinare il ritiro prima dell'Ascoli. Ieri Spalletti ha parlato qualche minuto con i giocatori prima dell'allenamento. Alcuni hanno esternato il proprio malumore per le dichiarazioni della Sensi dopo la gara con l'Ascoli: non si aspettavano un'uscita così decisa dell'ad che ieri non era a Trigoria. Oggi verranno analizzati più a fondo gli errori commessi martedì. Una vittoria a Udine servirebbe soprattutto a far tornare il sereno a Trigoria. È probabile che la società decida di imporre nuovamente il ritiro prima delle prossime due gare interne con Olympiacos e Fiorentina. Poi i giallorossi voleranno a Trieste per la coppa Italia e, tre giorni dopo affronteranno a San Siro il Milan. Un altro ciclo terribile. Spalletti e i dirigenti aspettano le risposte giuste dalla squadra.