Viola alla quarta vittoria consecutiva
La Fiorentina non si ferma più, Torino koUna rete di Jorgensen mette in crisi Zaccheroni. Prandelli sorride: è -4 in attesa dell'Arbitrato
Di contro, i granata hanno ritrovato lo spirito agonistico, ma hanno dovuto fare ancora una volta i conti con la propria sterilità offensiva. Il giapponesino Oguro, un'ora prima della partita, aveva fatto un inchino alla curva Maratona che lo chiamava a gran voce. Già sapeva, il piccolo orientale, che avrebbe esordito dal primo minuto: Zaccheroni aveva, infatti, scelto di giubilare Fiore e Rosina e di dare fiducia a forze fresche affidandosi anche a Lazetic. C'era anche Gabriele Cioffi, di nuovo in campo nove giorni dopo essere stato operato per ridurre la frattura allo zigomo subita nel corso ella partita contro il Chievo: maschera protettiva e via in campo. Dall'altro lato, Prandelli doveva rinunciare a Toni (fascite plantare), sostituito da Reginaldo, e portava Dainelli in panchina lanciando Gamberini. S quadre quadrate e molto corte, Toro più aggressivo del solito. Però, dopo un'iniziale botta di Stellone dal limite dell'area, era subito la Fiorentina a passare: Donadel da destra, velo di Montolivo e botta vincente di sinistro di Jorgensen, solito Mister Utilità. Non erano passati che una dozzina di minuti e i granata erano già costretti a inseguire come sempre accaduto nelle partite casalinghe (Parma, Siena e Lazio) di questo campionato. Zac scambiava di fascia Lazetic e Oguro, ma la musica non cambiava: l'ordine della Fiorentina, nelle cui fila Liverani e Montolivo facevano girare palla come un flipper anni '70, non veniva meno e Frey dormiva sonni tranquilli anche se un paio di spizzicate di testa di Stellone avrebbero meritato miglior sorte. Il Toro avrebbe potuto pareggiare appena dopo la mezzora quando, su azione d'angolo, Comotto indirizzava verso la porta di Frey trovando, però, Liverani appostato sulla linea. Era il momento migliore del primo tempo, anche perché sul ribaltamento di fronte Montolivo colpiva la traversa con una conclusione identica a quella, splendida, trovata con l'Under 21 in terra spagnola. Il Toro faceva quel che poteva, correva più che nel recente passato ma in attacco pungeva poco: troppo solo Stellone, troppo lontani dalla porta Oguro e Lazetic, troppo poco abituati a prendersi responsabilità offensive De Ascentis e Barone. La personalità della squadra di Prandelli non veniva meno neppure nella ripresa, cominciata a gran ritmo da Santana che sfiorava anche il gol. Comotto era il granata più pericoloso e a destra sfondava spesso e volentieri: era, però, Franceschini, di testa e su angolo, ad andare vicino al pareggio. Sotto la curva Maratona, il Toro andava all'assalto sbattendo però la testa contro Kroldrup e Gamberini, insuperabili nel gioco aereo. Era così fino alla fine.