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L'appunto

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La tecnica del pianto ha colpito ancora e Trefoloni è caduto nella trappola agevolando in modo evidente la vittoria della Sampdoria contro una Lazio sempre più in crisi. Un punto in tre partite sono il bottino misero di una squadra che adesso si deve dare una mossa se vuole risalire in classifica e non rischiare di vedere scappare via le altre concorrenti per la salvezza. Meglio di Lecce, sicuramente, ma non si poteva fare peggio, c'è però molto da lavorare per presentarsi in altre condizioni domenica contro la Reggina in una partita per cuori forti e con tanti assenti. Confermato il tabù del primo tempo. Anche stavolta la creatura di Rossi ha costruito poco e concluso meno nei primi 45 minuti di gioco. I biancocelesti sono stati salvati dalla traversa e dagli errori degli attaccanti doriani in una prima frazione dominata dalla noia e dalla paura di perdere. All'inizio della ripresa ci si è messo Belleri a sbagliare un elementare passaggio indietro lanciando Quagliarella verso il vantaggio della squadra di Novellino. La gara si è messa male, la Lazio ha reagito bene ha sfiorato il pareggio ma poi è salito in cattedra Trefoloni. Un'espulsione di Stendardo troppo severa e un rigore letteralmente inventato con Siviglia a subire il fallo di Oliveira e non il contrario come sanzionato da un arbitro ancora una volta inadeguato. Volpi ha realizzato con sicurezza il 2-0 e la partita è volata via senza grandi sussulti (solo un palo di Tare poteva riaprire i giochi). L'espulsione di Pandev nel recupero è solo la firma di un arbitro da fermare al più presto. Tocca a Rossi richiamare i suoi e cercare di ritrovare il filo del gioco smarrito nella notte di Torino. Era il 30 settembre e da quella sera non si è più vista la vera Lazio.

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