I nerazzurri stendono il Livorno a San Siro con una sonante quaterna
Autogol di Pfertzel poi Materazzi, Lucarelli, Ibrahimovic e Cruz
Squadre rimaneggiate in nome del turn over, Recoba e Cruz reggono l'attacco dei padroni di casa mentre gli ospiti si permettono di lasciare in panchina Lucarelli. Come già successo contro lo Spartak in Coppa, la partita dell'Inter si incanala subito sui binari giusti; anzi, il Livorno proprio si impegna per facilitare il compito ai padroni di casa: al 2' Recoba, mal contenuto da Kuffour e Morrone, piazza un colpo per lui raro, un cross di destro. Amelia valuta male o forse non si preoccupa troppo perché il secondo palo, dove la palla è diretta, è ben presidiato dai suoi compagni. Ma Pfertzel si inventa un numero, chissà dove vuol spedire la palla, fatto sta che la prende male e la infila tra le gambe del suo portiere. Il Livorno, a parte la volontà di Danilevicius, orrendamente solo davanti, non oppone nulla. Per l'Inter ciò equivale a giocare sul velluto, e la manovra ne trae giovamento, con lunghi e gradevoli fraseggi tra i nerazzurri. Il raddoppio è solo questione di tempo: all'11' Cruz fa velo per Recoba, che gli restituisce la palla di prima e di fino, in area. L'argentino cerca la precisione, e gli viene anche la potenza, con un diagonale terra-aria in corsa che si stampa sulla traversa. Non passa molto, comunque, che ancora da destra, e ancora con Recoba (stavolta su corner) arriva un altro cross fatale per i toscani: di nuovo Amelia non esce, e sul palo lontano irrompe Materazzi che di testa firma il 2-0. Dopo neanche un quarto d'ora e con due gol di vantaggio, l'unico rischio è quello di deconcentrarsi e magari di specchiarsi troppo nella propria bravura (Recoba dialoga bene con Solari, Figo lo fa con Maicon, Stankovic con tutti). Danilevicius al 16' può tirare dai 16 metri, il giro è bello ma appena impreciso. Solari è un'interessante alternativa sulla sinistra, quest'anno pare rigenerato rispetto alla scorsa stagione e potrà risolvere più di un problema a Mancini. Anche Recoba sembra un altro rispetto all'opacità che troppo spesso l'ha caratterizzato, ma una leggera contrattura al polpaccio lo costringe a lasciare il campo alla mezz'ora (entra Ibrahimovic). Il Livorno pare prendere un minimo di coraggio, ma poi non conclude mai; l'Inter invece sì: al 43' Ibra serve da sinistra Cruz, che fa un bello stop volante d'incontro, controlla e tira, contrato in angolo da Kuffour e Amelia. Nell'intervallo Arrigoni capisce che è il caso di cambiare qualcosa, e ridisegna la squadra, con Lucarelli che entra al posto di Pasquale e il centrocampo che diventa a 4 con Pfertzel spostato a sinistra e Vidigal allargato a destra. È, comunque, l'Inter a tirare per prima, con Ibra da lontano al 3', ma un minuto dopo gli ospiti centrano finalmente lo specchio della porta, con Lucarelli, manco a dirlo. Ma la sua girata è debole. Il ritmo della gara scende vertiginosamente, figurarsi se all'Inter dispiace. I nerazzurri controllano senza troppe accelerazioni, anche se Figo e Maicon sulla destra continuano a cercare soluzioni intriganti. Per avere una conclusione vera, bisogna aspettare il tiro da 20 metri di Solari al 20'. Arrigoni toglie l'inconcludente Vigiani (in teoria il fantasista della squadra) e inserisce un vero laterale come Cesar Prates, tornando a una linea di centrocampo a 5. L'idea è buona e produce frutti, visto che proprio il nuovo entrato si beve Grosso e a destra dal fondo crossa perfettamente per un Lucarelli troppo solo nel cuore dell'area piccola: il colpo di testa in gol è sin troppo facile. Ma la gioia livornese dura un solo minuto, perché subito dopo Stankovic (vero leader dei nerazzurri) scende per vie centrali e, sul limite dell'area, serve Ibra che ci mette il piatto e batte Amelia. Al 28' in contropiede Figo viene atterrato da Cesar Prates (ammonito) ai 20 metri, lo stesso portoghese tira centralmente la punizione. Al 33' anche Cruz segna un meritato gol, incornando su cross di Figo da calci