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Rossi richiama la squadra: «Fuori l'orgoglio» Dubbio Rocchi, si scalda Tare, Rientra Ledesma

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Ancora in trasferta la Lazio cerca punti preziosi sul campo della Samp con l'obiettivo di togliere quell'odioso meno dalla classifica. Sarà una notte per cuori forti quella che attende i biancocelesti nella tana di una squadra defraudata domenica scorsa a Bergamo di una vittoria legittima per colpa di decisioni arbitrali perlomeno discutibili costate le squalifiche di Zenoni e Delvecchio.. E la Lazio arriva all'appuntamento con la lingua di fuori dopo la disastrosa prestazione fornita contro il Catania. Rossi chiama a raccolta i suoi: «L'unico modo per capire se ci siamo resettati dopo il pesante ko è scendere in campo e vedere come ci comportiamo. Si fa fatica a commentare una prestazione del genere, meglio far finta di non averla giocata quella partita. D'altronde abbiamo perso 14 duelli su 14, abbiamo sbagliato tutti, me compreso». E ora c'è il confronto con Novellino e la sua temibile Samp. Rossi sottolinea il valore dell'avversario: «I doriani sono una squadra quadrata, tignosa, smaliziata come il suo allenatore. Sicuramente non è una squadra con la puzza sotto al naso e vorrei che anche la mia Lazio non l'avesse. In questi due giorni ho fatto leva sull'orgoglio personale perché il gruppo in passato ha dimostrato di averlo. Poi credo che bisognerà avere la capacità di soffrire, ecco perché apprezzo il Palermo. Se viene meno questa componente rischi di perdere contro tutti». Il tecnico biancoceleste ricorda però il problema psicologico che sta condizionando il rendimento della Lazio: «È diverso giocare con l'assillo di dover recuperare a tutti i costi perché si è ultimi in classifica». E un qualche disturbo lo sta creando anche l'atteggiamento dei tifosi all'Olimpico. Rossi spiega: «È una situazione anomala. Vorrei che i tifosi ci sostenessero sempre ma se così non fosse, preferirei la contestazione all'apatia generale. Gli Irriducibili in carcere? Non sta a me fare giustizia. Posso solo dire che umanamente mi dispiace e mi auguro che risolvano presto i loro problemi». Sulla formazione c'è un ritorno al passato. Fiducia alla coppia Ledesma-Mudingayi che aveva portato tre vittorie consecutive. Con la speranza che Pandev faccia finalmente il suo dovere. E Rossi non dimentica di coccolare il suo campione: «Se gioca vuol dire che lo merita. Quest'anno non sarà ancora scintillante ma mi sembra che abbia comunque dato il suo contributo. Goran è giovane e come tale va aspettato altrimenti c'è il rischio di bruciarlo». Davanti c'è il dubbio Rocchi con Tare pronto a sostituirlo. È stato convocato Simone Inzaghi ma senza grande entusiasmo. E Rossi non nasconde che l'ultimo campione d'Italia rimasto non è riuscito a scalare la gerarchia degli attaccanti: «Sta cercando di dare il massimo ma secondo me non è abbastanza. So benissimo che ha un passato ricco di gol ma bisogna vivere nel presente e al momento la mia scelta tecnica è questa. Non pensate che abbia pregiudizi perché già in passato con Dabo e Baronio ho dimostrato di non averne. Inzaghi mi sta simpaticissimo ed è uno dei ragazzi che fa più gruppo nello spogliatoio ma evidentemente non mi fa la differenza. Farei giocare anche la guardia giurata di Formello se mi facesse la differenza». Come a dire che Simoncino è fuori dai giochi a neno di clamorose novità. A Marassi arbitrerà Trefoloni e i laziali già tremano ricordando gli errori del fischietto senese nel recente passato. Un avversario in più per una squadra che deve tirare fuori l'orgoglio.

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