di TIZIANO CARMELLINI PER la prima volta da quando è a Roma Spalletti mostra la sua «luna nera».
Sulla querelle ritiro non transige e pretende di avere carta bianca dalla società. «Non facciamo ritiro e basta — attacca il tecnico nella conferenza stampa di rito del pre-partita — la società, come so, non è d'accordo ma la decisione la prendo io e non si va in ritiro». E detta così la cosa è difficilmente discutibile: Spalletti ha deciso e punto. Ma il tecnico poi spiega nel dettaglio la decisione presa contro «una parte» della dirigenza. «Ci può essere qualcuno — continua il toscano — con cui sono più a contatto che pende sempre dalla mia parte mia per una questione di gestione del gruppo. Ritengo giusto fare in questo modo per l'impegno mostrato dai ragazzi, perché può servirgli da stimolo e perché, al di là di quello che si dice, su queste cose piace decidere a me. Resta fermo che quando la società deciderà di mandarci in ritiro potrà farlo». E così è stato, dopo l'allenamento di ieri pomeriggio, tutti a casa e ritrovo in programma questa mattina a Trigoria. Ovvio che la decisione di abolire un «cult» porta con se molte responsabilità. Già, perché qualora qualcosa non dovesse andare per il verso giusto, sarebbe proprio il tecnico in prima persona a risponderne. «L'analisi è corretta — spiega il tecnico — ma non può essere così e basta. Io il ritiro posso farlo anche dopo una partita e ritengo che sia anche più giusto». La società comunque non sembra aver preso l'esternazione del giocatore come un attacco e l'Ad giallorosso Rosella Sensi continua a dar fiducia totale al «suo» tecnico. Col quale, tra l'altro, proprio a partire da lunedì inizierà a discutere il rinnovo del contratto (poi toccherà a Chivu, Mexes e Mancini). Ma Spalletti ieri ne aveva anche per capitan Totti: suo pupillo e punto di riferimento all'interno della squadra. Nei giorni scorsi il campione nel mondo giallorosso aveva messo la Roma tra le papabili per lo scudetto. Spalletti non sembra aver gradito. «Quando Totti dice che siamo una squadra da scudetto deve pensare che deve dare qualcosa di più per arrivare a questo. Siamo convinti — continua Spalletti — di poter creare difficoltà a qualsiasi squadra e di avere potenzialità importanti ma le dobbiamo sviluppare soggettivamente e collettivamente. Totti è uno di quelli che per parlare così deve migliorare, come il sottoscritto e tutti gli altri». Ma anche questa staffilata non sembra aver infranto il clima sereno all'interno del Fulvio Bernardini e dopo la conferenza stampa Totti e Spalletti ci hanno scherzato sopra. «E che devo fare le capriole» avrebbe detto scherzando il capitano al «suo» tecnico che continua comunque a dargli fiducia: sempre. E in serata la replica ufficiale del capitano che si allinea ai pensieri dell'allenatore: «Spalletti ha ragione dobbiamo tutti migliorare. Anche io che sono il capitano e devo essere il punto di riferimento per tutti gli altri. Siamo un gruppo forte e unito e dobbiamo lavorare insieme per arrivare in alto». La Roma intanto sta ultimando il conferimento del ramo d'azienda costituito dalle attività connesse allo sfruttamento commerciale del marchio ad una società in accomandita semplice. La valorizzazione di questo asset servirà a coprire il buco di 80,2 milioni dovuto alla modifica del piano salvacalcio.