Calcio internazionale

scorrendo le classifiche si nota come non ci siano squadre in fuga, tranne in Francia dove il Lione «cannibale», dopo la vittoria sul Marsiglia, si avvicina già al sesto titolo. Inghilterra, Germania, Italia, Spagna non presentano un'«ammazza campionato», si stenta a trovare una squadra che detta legge; non una fuga, nemmeno una fughetta. Perché? Non importa. Il calcio piace per la sua imprevedibilità; le storie già scritte perdono quel fascino che lo sport possiede quasi per definizione. Perché il Chelsea, piuttosto che il Barcellona o il Bayern dovrebbero sempre vincere? Il calcio non è noia, tuttaltro. Godiamocelo, magari sognando qualche bella sorpresa. Non è però una sorpresa che il Barcellona senza Eto'o sia un'altra squadra. Domenica sera, al Bernabeu, contro un Real capelliano fino al midollo, gli azulgrana non sono riusciti a trovare il bandolo di una matassa che inizia ad essere sempre più intricata. Ronaldinho è stanco e non riesce ad incidere, la difesa spesso manca in lucidità e l'attacco orfano del camerunense perde più della metà del suo potenziale. Le merengues, di contro, dopo la figuraccia della scorsa settimana contro il Getafe, hanno più fame e si vede: guidati da un superbo Raul (ma il Pallone d'Oro lo vincerà prima o poi?) e dal pragmatismo del tecnico di Pieris, portano a casa un fondamentale risultato, sia per i tre punti, che per la fiducia dei tifosi. C'è da dire però che la panchina del Real è davvero impressionante: Ronaldo, Beckham, Cassano, Reyes, e tra un po' un nuovo campioncino: il brasiliano Marcelo. Da sottolineare la prova di Robinho e di Messi; l'argentino è il più dinamico dei suoi, mostra grande personalità e una classe infinita. Ora al «Nou Camp» il vero fenomeno sembra essere lui. In Premiership festa per Bobby Charlton, Paul Scuoles e tutto il Manchester United: Sir Charlton festeggia il 50° anniversario del suo esordio, il rosso guida il Manchester, nella sua 500° partita, alla vittoria nel «match of the matches» del calcio inglese, contro un Liverpool sprofondato in una crisi che più nera non si può. Da segnalare il record di Rafa Benitez che cambia l'11 titolare per la 97° volta. Gli altri campionati non mostrano elementi di grande interesse, se non in Francia, dove, come scrivevamo prima, il Lione di Juninho, che continua a stupire per la regolarità con cui segna da calcio piazzato, dopo dieci giornate, può iniziare ad interessarsi al servizio di catering per la festa del sesto scudetto consecutivo.