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Serve un'altra impresa nell'ultima recita

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Già sapeva che erano pressoché nulle le speranze di strappare il titolo ad Alonso proprio sul filo di lana. Ma, considerato il potenziale della macchina e l'ovvia cautela del pilota spagnolo, cui sarà sufficiente incassare un punto per confermarsi in ogni caso campione del mondo, il suo obbiettivo sarebbe stato quello di concludere in bellezza una carriera straordinaria, con una vittoria forse decisiva per riportare a Maranello la corona iridata dei costruttori, la settima della sua era. Ma, come a Suzuka è stato tradito dal motore quando sembrava avviato ad un successo che gli avrebbe spianato la strada verso il titolo più significativo, l'ultimo, al termine di una rimonta ritenuta impossibile, anche, nel round decisivo per la caccia alla pole position, il fuoriclasse tedesco ha avuto problemi irresolubili, all'alimentazione, tanto da non poter compiere neppure un giro. Una maledizione, o meglio una beffa crudele, considerando che uno dei punti di forza della Ferrari è sempre stata l'affidabilità e un simile crollo, nella gare decisive, non se lo sarebbe aspettato nessuno, neppure il clan Renault. Scontato, conoscendolo, che questo pomeriggio Schumacher darà fondo a tutte le sue risorse nel tentativo di risalire posizione su posizione, nella speranza di compiere l'ennesima impresa memorabile. Altre volte - ne è costellata la sua avventura agonistica - è riuscito a rovesciare situazioni disperate, ma è inutile coltivare eccessive illusioni, anche perché lo stellone che lo ha spesso assistito sembra averlo abbandonato. Unica, non disprezzabile consolazione per la Ferrari è stata la conquista della pole position da parte di Massa. Nell'ottica del campionato ha, però, un peso del tutto relativo, in quanto la disavventura di Schumi ha reso problematica la conquista del titolo costruttori, che, è bene ricordarlo, al di là del prestigio, vale un bonus di 40 milioni di euro. Insomma, la scuderia di Maranello, alla fine dei giochi, rischia di ritrovarsi con il classico pugno di mosche fra le mani. Peccato! La Renault, dunque, affronterà il Gran Premio del Brasile con animo lieve, consapevole che solo eventi straordinari potrebbero privarla di un replay della doppietta iridata e pensare che appena un mese fa, dopo la corsa di Monza, aveva il sentore di avere delapidato tutta la dote accumulata nella prima parte della stagione. Ma questo è il fascino un po' perverso della Formula 1, in cui nulla può essere dato per scontato.

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