di PAOLO DANI MILANO — Tornerà presto in Brasile per cercare di recuperare quella forma fisica e psicologica ...
Roberto Mancini si è preso parte della responsabilità del momentaccio del brasiliano, ammettendo errori nella sua gestione precampionato. «Vista la situazione, avevamo in mente questa cosa da qualche giorno», ha ammesso Mancini prima di aggiungere che «forse abbiamo sbagliato noi dello staff a valutare il suo ritorno dal Brasile dopo il Mondiale. Probabilmente avremmo dovuto lasciargli una settimana o dieci giorni di vacanza in più, anche perché ha vissuto un Mondiale molto faticoso e stressante sotto il punto di vista psicologico». Riposo che Adriano si godrà oltreoceano, partendo alla volta del Brasile: «Lui si sente tranquillo a casa e, per noi, va bene così», ha spiegato Mancini. In Brasile potrebbe andarci accompagnato da uno dei preparatori interisti, forse l'azzurro Claudio Gaudino, perché «la cosa più importante è che Adriano riesca a rimettersi in condizione. Il bomber, però, presumibilmente non tornerà a disposizione prima di Inter-Ascoli del 5 novembre. Nel mezzo, quattro gare: la trasferta di Udine, la partita casalinga contro il Livorno, il derby e la Champions contro lo Spartak in trasferta. Ma l'assenza di Adriano non sembra comunque preoccupare, anche perché in questo momento Mancini ha a disposizione tutti e quattro gli altri attaccanti: «Fossimo stati in due - ammette il tecnico - probabilmente avremmo aspettato un po' perché chiaramente non si poteva mandare via Adriano. In questo momento, invece, è una situazione ideale». E così a partire da oggi scatta il ballottaggio attaccanti senza Adri: rientra Ibrahimovic, che dovrebbe giocare titolare, mentre al suo fianco se la giocano Cruz e Crespo, con l'autore della doppietta europea per ora in vantaggio. A centrocampo il tecnico sembra intenzionato a riproporre Vieira, Dacourt e Stankovic, con ballottaggio sulla destra tra Figo e Solari, mentre in difesa dovrebbe ritornare Grosso come laterale sinistro, per fronteggiare «una squadra che gioca bene, all'attacco, e che è sempre riuscita a metterci in difficoltà». Una squadra allenata da un tecnico che nei giorni scorsi ha parlato di Mancini come di «un allenatore sopravvalutato, che nella vita ha avuto molto fortuna». Parole alle quali il tecnico decide di rispondere senza polemica: «Posso solo dire che Galeone è un grande allenatore, questo è quello che penso. Poi ognuno è libero di esprimere la propria opinione tecnica». Sul fronte-Milan, c'è attesa per il posticipo contro il Palermo. Ancelotti ci crede: «Il mio Milan non è vecchio e può fare bene. È un periodo molto importante della nostra stagione - ha chiarito Ancelotti, come riporta il sito ufficiale - Ci apprestiamo ad affrontare nelle prossime tre partite casalinghe Palermo, Inter e Roma e in mezzo ci sarà anche l'Anderlecht. Dobbiamo cercare di sfruttare questo momento per recuperare qualcosa rispetto alle squadre di testa. Gli ultimi pareggi pesano infatti un po' sulla nostra classifica in campionato». Per agganciare la vetta potrebbe servire anche l'arbitrato. «Noi non possiamo incidere, è una decisione che spetta ad altri - ha spiegato il tecnico - Per quanto riguarda i risultati sul campo, dipende da noi. Se c'è la volontà e l'entusiasmo del secondo tempo dell'Anderlecht siamo destinati a recuperare». Restano a secco gli attaccanti e in particolare Gilardino. «Fisicamente sta bene quindi è giunto il momento che questo benedetto gol gli tolga tutti i pensieri. Non dico niente di particolare ad Alberto, considero solo ed esclusivamente l'aspetto tattico: gli chiedo determinati movimenti, non parliamo d'altro». Stasera a San Siro giocherà in coppia con Inzaghi. Guidolin non si illude. «Battere il Milan sul suo campo è davvero molto difficile. Per fare un paragone ciclistico, diciamo che è come scalare il Mortitolo, o lo Zoncolan». Non arrivano né conferme e neppure smentite sul modulo da opporre al Milan ma c'è da giurare n