Campionessa versatile
E non solo per quella straordinaria vittoria olimpica ai Giochi del 1936 di Berlino dove, poco più che ventenne, fu la prima donna italiana a fregiarsi del massimo alloro a cinque cerchi, vincendo, da magnifica outsider, gli 80 metri ad ostacoli. Ma anche per l'immenso talento che ha espresso in una carriera iniziata fin da giovanissima. Da ragazzina vinse infatti i campionati interscolastici bolognesi, ed era tra le migliori d'Italia già a 13 anni, campionessa italiana assoluta di salto in alto a 14 anni, quando vestì anche la maglia della Nazionale. Eclettica, gareggiò per oltre 15 anni ad alto livello sia nelle corse piane che nei salti e sugli ostacoli dimostrando una multilateralità che pochi fuoriclasse, ancora oggi, possono vantare. Ma è proprio questa preziosissima versatilità la caratteristica più evidente della campionessa nata a Bologna 90 anni fa, capace di vincere cinque titoli italiani nell'alto, sei negli 80 metri ostacoli (anche in questo caso, il primo nel 1930), due nei 100 metri piani, uno nel pentathlon e uno nella 4x100. Un grande palmarès di vittorie in campo nazionale condito da sedici presenze in azzurro tra il 1930 e il 1940, culminate in quella vittoria che fece epoca anche perché il 5 agosto 1936 nella semifinale olimpica, corse gli 80 metri ad ostacoli in 11"6, tempo che fu omologato come primato mondiale nonostante fosse ventoso (allora non era ancora stata varata la regola che non accetta il vento oltre i 2 metri al secondo). Il giorno dopo si disputò la finale e la Valla vinse agevolmente con 11"7, mentre si rese necessario il fotofinish per stabilire l'ordine d'arrivo. La sua rivale di sempre, Claudia Testoni, si ritrovò quarta, fuori dal podio ma fece epoca anche la loro unione quando trascinarono la staffetta azzurra della 4x100 al quarto posto sempre in quell'edizione dei Giochi. In precedenza erano state meno fortunate le sue avventure ai Giochi mondiali: nel 1930 era stata eliminata nella batteria degli 80 ostacoli e in quella della staffetta 4x100 mentre si era piazzata al decimo posto nel salto in lungo. Nel 1934 era stata eliminata nelle batterie dei 100 metri, nelle semifinali degli 80 ostacoli, nelle batteria della 4x100 e nelle qualificazioni del salto in alto. Dopo le Olimpiadi del 1936 Ondina Valla fu costretta a rallentare l'attività agonistica per problemi alla schiena a causa di una fastidiosissima spondilosi vertebrale ma continuò comunque a gareggiare fino ai primi anni quaranta. Commosse le reazioni del mondo dello sport. Il ministro Melandri: «Esprimo il mio cordoglio per la scomparsa di Ondina Valla, grande campionessa dell'atletica e leggendaria figura dello sport nazionale. Con lei scompare un grande e valoroso esempio per tutte le giovani atlete che si affacciano oggi sullo scenario dell atletica». Il presidente del Coni, Petrucci: «Ondina è stata nella nostra storia l'apripista al femminile di altre campionesse olimpiche - prosegue Petrucci - La sua vittoria ai Giochi Olimpici di Berlino nel 1936 rappresentò l'inizio di una nuova era per lo sport italiano in rosa».