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Roma a Reggio Calabria per confermare il primato Spalletti: «Con il modello inglese resto qui dieci anni»

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Quello che la società vuole ricamargli attorno, conferendogli il ruolo di manager. Mentre la Roma fa visita all'agguerrita Reggina per restare al piano più alto della classifica, l'attenzione, tanto per cambiare, è tutta rivolta ai progetti del tecnico. «Sono pronto a fare come Ferguson e Wenger - ammette Spalletti - e restare dieci anni in una società». Che questa società sia la Roma è l'augurio di molti. La realtà d'Oltremanica stuzzica i pensieri del toscano. «Dare forza all'allenatore è un atteggiamento giusto da parte di una società. Io padrone a Trigoria? Tento di dare meno fastidio possibile ai miei dirigenti. Poi quando serve faccio da solo. Se farò il direttore di una società cercherò di portare avanti questo tipo di gestione. I giocatori devono riconoscere nell'allenatore un punto fermo». E allora, viene da chiedersi, perché non firma subito il rinnovo? «In questo momento il contratto non interessa a nessuno nello spogliatoio. Mi interessano più i soldi o le garanzie tecniche? Lo vedremo quando si affronteranno certi discorsi. Bisogna andare a prendere giocatori che hanno forza, qualità, corsa. Stiamo già lavorando per questo». Spalletti prova a spostare i riflettori sulla doppia trasferta che i giallorossi affronteranno in tre giorni: oggi pomeriggio al «Granillo», mercoledì ad Atene con l'Olympiacos. «In entrambi i casi - dice Spalleti - andremo ad affrontare due squadre forti, capaci di farsi rispettare e animate da due ambienti molto caldi . È complicato giocare contro la Reggina che per via della penalizzazione cerca di dare sempre il massimo. Loro giocheranno per vincere, ma a noi questo non può che far piacere». Un po' meno liete le note che arrivano dall'infermeria. Stavolta gli assenti saranno ben cinque e tra i giocatori partiti per la Calabria ce ne sono due, Montella e Taddei, che non «scoppiano» di salute. «Per fortuna - prosegue l'allenatore toscano - Mancini ha recuperato e può giocare dall'inizio. Taddei è a disposima avverte ancora delle fitte. Montella si è dovuto fermare per un risentimento agli adduttori ma oggi (ieri, ndr) si è comunque allenato. Mexes e Panucci (che tornerà ad Atene) non sono riusciti a recuperare mentre Aquilani è tornato malconcio dalle gare con l'Under 21». E sulle condizioni dell'azzurrino Spalletti storce il naso. «Sono sempre contento quando un mio giocatore viene chiamato in Nazionale, però penso che ci voglia maggiore responsabilità nel valutare la salute dei giocatori. Aquilani, ad esempio, mi ha detto che prima della seconda partita aveva un dolore a una caviglia ma ha rischiato lo stesso. E ora non può giocare con la Reggina». Il tecnico dovrebbe affidarsi ancora al collaudato 4-1-4-1. In difesa Cassetti prenderà il posto di Panucci a destra. La linea arretrata sarà completata da Ferrari, Chivu e Tonetto. Scelte obbligate: l'unico difensore in panchina sarà l'oggetto misterioso Defendi. Davanti alla retroguardia si sistemerà De Rossi, qualche metro più avanti agiranno Pizarro e Perrotta mentre le corsie esterne dovrebbero essere affidate a Rosi e al rientrante Mancini. Davanti Totti, con Montella e, forse, Taddei in panchina. E Vucinic? «Ha avuto un problema durante la partita di allenamento. Sono dolori di assestamento normale, venerdì è tornato col gruppo a fare cose "vere"». Fari puntati sul capitano che negli ultimi 15 giorni ha svolto un programma personalizzato di lavoro. «Totti - racconta Spalletti - si è allenato bene ed è migliorato molto anche grazie a questa pausa che gli ha permesso di trovare una buona condizione generale. Presto tornerà sui suoi livelli». Intanto non guasterebbe se tornasse al gol in campionato: un sigillo del capitano manca da otto mesi.

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