Grandangolo
E per fortuna che con un po' di sana lazialità si può pure prefigurare tra poco, nel posticipo serale, la quarta vittoria consecutiva in campionato, ammesso che Delio Rossi sappia davvero sorprendere l'organizzazione cagliaritana griffata Giampaolo, collega e amico utilizzato come vice nella stagione 2000/2001 a Pescara, quando i due emergenti si ritrovarono accomunati da una immeritata retrocessione in C. Pare preistoria vissuta senza chiedere troppo alla vita, mentre oggi molte cose sono cambiate soprattutto per il tecnico di Formello, cui va il merito di guidare ancora entusiasta questo club tormentato e melodrammatico, sempre spaccato fra spettatori neutrali e contestatori del presidente Lotito nonostante gli ultimi accadimenti; sempre caratterizzato dal pessimismo più cupo o dalle illusioni più sfrenate, senza ragionevoli vie di mezzo, senza la capacità di trovare un po' di pace durevole. Verranno aiutati, almeno quelli in buona fede, dalle miserie che continuamente opprimono il mondo biancoceleste? Forse in molti altri posti dello scibile umano rientrerebbe d'urgenza ogni opposizione odiosa e destabilizzante dopo le tristi notizie appena memorizzate. Invece non c'è traccia di un rinsavimento collettivo né di un rimorso, quasi risultasse inevitabile rinnovare soltanto il muro contro muro nella solita atmosfera irrespirabile, sull'abituale palcoscenico di allusioni, ritorsioni e minacce. A pensarci bene capitavano le stesse cose nove mesi fa, 21 gennaio scorso, in occasione dell'identica visita dei sardi. Anche allora, allenatore Sonetti, gli avversari di circostanza trovarono spalti vuoti all'inizio e poi uno strano pubblico di ritardatari poco propensi a incoraggiare gli atleti in campo. Era la chiacchierata partita delle presunte raccomandazioni del designatore dell'epoca Mattei, anche se al dunque venne danneggiata proprio la Lazio in maniera vistosa: un gol valido annullato e due espulsioni, di cui inesistente quella rifilata a Liverani. Vogliamo toccare ferro, cercando subito di capire se stavolta avremo in sorte un match regolare, arbitrato nel rispetto del regolamento dal signor De Marco? Molteplici umori s'aggrovigliano nei pensieri della gente, ma diventa facile intuire che gli ultimi fatti di "malaLazio" stanno paradossalmente rialzando le quotazioni di Lotito, testardo al punto di resistere perfino davanti alle provocazioni delinquenziali e in ogni caso unico a saper risollevare economicamente la Lazio dai propri disastri. Nessuno si è mai presentato con progetti credibili sulle rovine lasciate da Cagnotti qualche anno fa. E al di la degli errori da comunicatore folcloristico e da condottiero poco diplomatico, Claudio Lotito può essere considerato uno dei migliori dirigenti piombati nella tormentata saga laziale. Stasera, grazie all'acume del suo allenatore, potrebbe festeggiare il ripristino della normalità, un +1 sulla superficie della classifica dopo l'iniquo handicap. Meglio aspettare. Meglio credere che la sosta per consentire la rincorsa degli Azzurri a Francia e Scozia non abbia portato via le prerogative di velocità e intensità culminate nella quaterna inflitta al Torino. Rientra Peruzzi, pronto ad agganciare Felice Pulici per numero di presenze e Cribari affiancherà Stendardo nel cuore del reparto arretrato. Poi c'è da augurarsi che Ledesma si riproponga rassicurante come nell'Olimpico piemontese a supporto di Rocchi e Pandev. La Lazio ha bisogno di affrancarsi con un successo dalle sue malinconie.