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Occorre dividere le risorse Tv in parti uguali

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Di problemi, purtroppo, ce ne sono altri ma essi attengono all'onestà dei protagonisti. Calciopoli è stata possibile perché alcuni dirigenti hanno interpretato con troppa disinvoltura il loro ruolo e i loro rapporti personali. Il problema arbitrale riguarda la qualità degli arbitri e la loro autonomia. Mi vien voglia di dire che se non esistesse il telefono, in altre parole se non ci fossero telefonate tra designatori, arbitri e dirigenti, saremmo tutti più tranquilli sulla regolarità delle partite. Il problema della ripartizione dei diritti TV non dipende invece dall'onestà dei dirigenti o dalla qualità degli arbitri ma rappresenta l'unico sistema per rendere più equilibrato e quindi migliore il nostro campionato. Certe differenze ci saranno sempre perché, salvo errori clamorosi, Milano avrà sempre le squadre più forti perché è la città più ricca, Roma e Torino si difendono perché la prima è la capitale d'Italia e la seconda ha la Fiat. Del resto non è un caso che le squadre di queste tre città abbiano vinto 62 dei 75 campionati che sono andati in archivio. Pare che finalmente, dopo 13 anni di libero mercato televisivo, per cui la Juventus incassava 80 o 100 milioni per i propri diritti e l'Empoli e il Treviso ne incassavano 5, qualcuno ha capito che in questo modo non avremo mai un campionato equilibrato e nemmeno competitivo. L'errore - clamoroso - è stato commesso quando nel 1999 il governo D'Alema ha fatto passare una legge che qualificava soggettivi i diritti Tv. È fin troppo evidente che chi ha tratto vantaggio da questa situazione vorrebbe difenderla ed è proprio questo che rende difficile ripristinare una situazione di equilibrio. Pare che il Governo e il ministro Melandri abbiano capito che devono far saltare la vecchia legge, ma le resistenze sono fortissime, dentro e fuori dal mondo del calcio. C'era una proposta presentata da An per trasformare in collettivi i diritti ma è stata bloccata. Ho poca fiducia che si arrivi a una soluzione soddisfacente perché - sbagliando - si pensa ad una formula (il 50 per cento diviso in parti uguali, il resto in funzione del bacino ed altre considerazioni) che di fatto modificherebbe di poco la situazione attuale. Si dovrebbero verificare due situazioni. Il governo deve cancellare la vecchia legge, la Lega calcio deve fare il suo mestiere, che dovrebbe essere quello di rendere più interessante (quindi equilibrato) il campionato. Purtroppo ho poca fiducia che si realizzino. Prendiamo la Lega. Matarrese è riuscito a farsi eleggere senza l'appoggio dei grandi club ma ora non vuole scontentarli. La soluzione ottimale, come mi sforzo di spiegare da molti anni, sarebbe quella di dividere le risorse Tv in parti uguali, senza ulteriori ritocchi. Lo potrebbe fare una Lega forte, non una che, bene o male, è sotto schiaffo da parte dei grandi club che, però, non vogliono rinunciare ai privilegi acquisiti.

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