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Capitale decisiva

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per il riscatto di Donadoni

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Ma in passato questa squadra, che nella storia aveva pur offerto alla Nazionale dell'Urss tanti nomi di prestigio, qualche disagio agli Azzurri lo aveva provocato. Logico pensare che la trasferta di Tbilisi non avrebbe regalato rose e fiori, un po' meno immaginare gli stenti nella manovra allontanati soltanto dalla superiorità numerica immediatamente sfruttata da Camoranesi: l'unico giocatore di Serie B, sia pure di passaggio, mandato in campo da Donadoni una volta che Del Piero, umiliato e offeso, sarebbe finito in tribuna. E così sono bastate due partite baciate più da sorte propizia che da gloria reale, per ridurre al minimo l'handicap maturato con la più infelice delle partenze dovuta al misero pareggio contro la modesta Lituania e alla disastrosa trasferta di Parigi. Con tante grazie a Roma nostra, decisiva con il laziale Oddo all'Olimpico e con i romanisti De Rossi e Perrotta in Georgia. Fino a primavera, resta il tempo per cercare qualche soluzione meno precaria e soprattutto per definire più stabilmente i ruoli, non soltanto in campo. Sembra infatti che questa Nazionale abbia ora un leader autentico, mentalmente maturo nonostante la giovanissima età, in Daniele De Rossi. Ci aveva messo un'oretta scarsa, Luciano Spalletti, per convincersi che il ragazzo romano doveva essere il solo interprete di un ruolo fondamentale come quello di play basso davanti alla difesa. Una posizione che Pizarro, tecnicamente molto bravo, non era in grado di tenere con la stessa continuità e con le stesse capacità interdittive che Daniele è invece in grado di garantire. Il centrocampista cileno, una volta espresso platealmente il proprio dissenso meritandosi le bacchettate del tecnico, si è messo sull'attenti onorando con impegno convinto la nuova posizione, che gli consente di esprimere le sue doti di rifinitore. Anche Pirlo l'ha presa male, la decisione di Donadoni di seguire la linea di Spalletti: ma il campo ha certificato come la nuova gerarchia avesse tutti i crismi della legittimità, con buona pace per il regista del Milan, anch'egli chiamato ad adeguarsi con maggiore disponibilità. Non credo che in questa momento esista, nel panoramna calcistico internazionale un «volante», termine mutuato dall'Argentina, dello stesso livello di De Rossi. Al quale è giusto in questo momento consegnare le chiavi della Nazionale, come Spalletti gli ha affidato quelle della Roma.

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